«Chiarezza sul presunto trasporto di polveri di diossina verso Manduria: in gioco c’è una terra sana e produttiva che è diventato un brand d’eccellenza grazie al Primitivo». Il presidente di Confagricoltura Taranto, Luca Lazzàro, mette in fila con preoccupazione le notizie circolate negli ultimi giorni: prima gli articoli di stampa, poi le rivelazioni di un’associazione ambientalista e ora un’interrogazione parlamentare.
«Dopo il caso Ilva, conosciamo bene – spiega Lazzàro – quale impatto devastante possano avere notizie e fatti riguardanti l’ambiente e l’inquinamento, con tutto il loro carico di effetti collaterali sull’economia, agricoltura e turismo in particolare. Le aziende agricole hanno già pagato un dazio fortissimo in passato e ancora oggi il rischio di entrare nuovamente in certi circoli viziosi è concreto. È per questo che le centinaia di aziende che operano nell’area del Primitivo, così come le altre espressioni della vita economica – quelli che il Pil lo costruiscono col loro lavoro – hanno il diritto di sapere se questo paventato “traffico illecito di rifiuti speciali pericolosi”, così come denunciato nell’interrogazione parlamentare firmata dall’on. Vico e da altri suoi colleghi, abbia o meno un fondamento di verità».
In entrambi i casi – è la linea del presidente di Confagricoltura Taranto – «è necessario far luce sulla vicenda in modo rapido e netto». «Abbiamo già vissuto – rimarca Lazzàro – l’esperienza di produttori che sulle loro etichette scrivevano “prodotto in Salento”, invece di metterci “made in Taranto”. Soprattutto quando si fanno prodotti di qualità da esportazione – ed è il caso del vino, ma non solo – le imprese sono più esposte e devono essere tutelate in tutte le sedi e a ogni livello: il ministro Gianluca Galletti questo lo sa bene e perciò lo invitiamo caldamente ad intervenire o ad attivare le istituzioni che sul territorio hanno gli strumenti per spazzare via ogni ombra di dubbio».
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