La Corte d’Assise di Taranto ha ammesso la Fiom come parte civile nel processo ‘Ambiente svenduto’ sul disastro ambientale causato dall’Ilva, rigettando la tesi delle difese degli imputati che non la ritenevano legittimata a farlo.
Per Rosario Rappa, segretario nazionale della Fiom, e Giuseppe Romano, segretario generale della Fiom di Taranto, “la decisione della Corte è importante perché riconosce il ruolo svolto dalla Fiom, a livello territoriale e nazionale, a tutela dei lavoratori in quanto soggetti danneggiati sul fronte ambientale e sanitario. Oltre 500 lavoratori, grazie all’ufficio legale della Fiom, si sono costituite parte civile per i danni subiti a causa dell’inquinamento”.
“Per la Fiom territoriale e nazionale – continuano – il diritto alla salute e ad un ambiente sostenibile sono questioni inalienabili dei cittadini e dei lavoratori, questi ultimi doppiamente danneggiati, che non possono essere scambiati neanche con il posto di lavoro.” Le Fiom territoriale e nazionale, sono rappresentate al processo dagli avvocati Massimiliano del Vecchio, Letizia Mongiello e Simone Sabattini.
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