Ilva, incontro con gli avvocati che seguono il ricorso alla Corte di Strasburgo

TARANTO – Giovedì prossimo, nell’aula consiliare di Palazzo di Città, si terrà una conferenza stampa sul ricorso alla Corte europea dei diritti dell’uomo (CEDU) proposto da 130 residenti nel Comune di Taranto e nelle aree limitrofe per lamentare la violazione del loro diritto alla salute e all’integrità psico-fisica in relazione all’inquinamento prodotto dal complesso siderurgico dell’Ilva.

Oltre al consigliere comunale Lina Ambrogi Melle, prima firmataria del ricorso a Strasburgo, ed a vari esponenti della società civile e del mondo politico, interverranno alla conferenza stampa i legali dei ricorrenti, l’avv. prof. Andrea Saccucci e l’avv. Roberta Greco, i quali illustreranno lo stato della procedura di fronte alla Corte europea, le successive fasi della stessa e la relativa tempistica, nonché le ulteriori nuove azioni da intraprendere a tutela della salute di tutti gli abitanti delle aree interessate dall’inquinamento dell’Ilva.

Nel ricorso presentato lo scorso ottobre, i ricorrenti lamentano la mancata predisposizione da parte delle autorità italiane di un quadro normativo e amministrativo idoneo a prevenire e ridurre gli effetti gravemente pregiudizievoli sulla vita e sulla salute dei residenti derivanti dal grave e persistente inquinamento causato dall’Ilva.

I ricorrenti censurano, inoltre, la violazione del diritto al rispetto della vita privata e familiare, anche in conseguenza dei ripetuti decreti c.d. “salva Ilva” con cui il Governo ha mantenuto in funzione l’impianto sotto la propria gestione a dispetto della normativa europea e delle decisioni della magistratura volte a sospendere l’attività del siderurgico a tutela della salute e dell’ambiente. Il Governo italiano, consentendo all’Ilva di proseguire l’attività industriale, ha determinato la perdurante situazione di grave inquinamento ambientale, subordinando la tutela della vita e della salute dei residenti ad asserite esigenze produttive.

Nonostante numerosi studi epidemiologici abbiano chiaramente dimostrato l’incidenza dell’inquinamento prodotto dall’Ilva sull’aumento esponenziale delle malattie, dei tumori e dei decessi (in particolare dei minori) nel Comune di Taranto e nelle aree limitrofe, i residenti di Taranto continuano ad essere esposti agli agenti inquinanti in misura altamente superiore ai livelli massimi consentiti dalla normativa europea.

Trattandosi di un caso “prioritario”, di importanza generale, in cui è a rischio la vita e la salute dei ricorrenti, i legali confidano di ottenere dalla Corte di Strasburgo, entro il prossimo anno, l’accoglimento nel merito del ricorso con una sentenza “di principio” che imponga allo Stato italiano di adottare le misure necessarie a rendere la produzione dell’Ilva conforme alle disposizioni ambientali nazionali ed europee. L’obiettivo, infatti, non è solo quello di risarcire le vittime dei danni subiti, ma soprattutto quello di imporre alle istituzioni l’attuazione delle misure ambientali da anni rimandate. (Nota stampa)

 

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