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Ilva, PeaceLink: “Il monitoraggio in cokeria, un flop colossale”

Oggi – dopo la pausa estiva – ricomincia nel Tribunale di Taranto il processo “Ambiente Svenduto” che vede come imputati molte persone fra cui Girolamo Archinà e Luigi Capogrosso, dirigenti ILVA.Fra gli atti del processo spicca una telefonata del 2010 in cui Archinà e Capogrosso discutono della richiesta – avanzata da Arpa Puglia e dagli ambientalisti – di piazzare le centraline di controllo dentro l’Ilva: “Figuriamoci se ci facciamo mettere le centraline all’interno!” commentava sicuro Capogrosso con Archinà in quella telefonata.
Oggi quelle centraline sono state piazzate, effettuano un moinitoraggio in continuo ma sono una delusione totale. Lo diciamo con ancora più convinzione forti di una documentazione inoppugnabile (che alleghiamo), dopo aver consultato i dati del Piano di Monitoraggio e Controllo nell’ILVA pubblicati pochi giorni fa sul sito del Ministero dell’Ambiente.
Nel 2013, dopo l’esplosione del caso ILVA, con le relative perizie chimiche ed epidemiologiche, sono entrate in funzione quelle centraline che Capogrosso – allora direttore dello stabilimento – non voleva affatto.Sono centraline che dovrebbero fare il monitoraggio ambientale minuto dopo minuto dei punti più critici dell’ILVA, a partire dalla cokeria. Questo monitoraggio continuo doveva in particolare tenere sotto controllo gli IPA cancerogeni, ossia gli idrocarburi policiclici aromatici all’interno dei quali si annida il benzo(a)pirere (che è un “sottoinsieme” della famiglia degli IPA).
Oggi, a distanza di tre anni dall’entrata in funzione di quella centraline, possiamo dire che quel monitoraggio è un flop totale. Se Capogrosso fosse stato in grado di prevedere come sarebbe andata a finire, non avrebbe detto ad Archinà: “Figuriamoci se facciamo mettere le centraline all’interno!” Ma avrebbe probabilmente detto: “Facciamocele mettere quelle benedette centraline perché forniranno dei dati così bassi da farci assolvere in caso di processo”.
Infatti le centraline posizionate dentro l’ILVA forniscono valori di inquinamento talmente insignificanti da risultare addirittura più bassi di quelli del quartiere Tamburi di Taranto.
Su dodici comparazioni risulta che le centraline di monitoraggio degli IPA cancerogeni danno in 7 casi su 12 valori più elevati nel quartiere Tamburi di Taranto (centralina di via Orsini) rispetto alla cokeria. Incredibile ma vero: sulla base di quelle centraline di monitoraggio in continuo ci sarebbero meno IPA cancerogeni in cokeria rispetto al quartiere Tamburi!
Che motivo aveva allora Capogrosso di inquietarsi in quella famosa telefonata con Archinà?Questo flop del monitoraggio della centralina in continuo nella cokeria era stato evidenziato da PeaceLink già nel 2013 ma continua ancora oggi, nonostante i numerosi nostri interventi per evidenziare il fenomeno e nonostante uno specifico esposto alla Procura della Repubblica.
Parliamo di flop alla luce di novità che sono evidentissime.Infatti gli ultimi dati delle analisi degli IPA, effettuate da ILVA in un laboratorio di analisi, confermano quanto diciamo e dimostrano la sottostima del monitoraggio con la centralina dentro la cokeria. Mentre i valori più elevati riscontrati dalla centralina del monitoraggio in continuo in cokeria arrivano massimo a 154 nanogrammi a metro cubo di IPA, la corrispondente analisi in cokeria fatta in laboratorio (con le classiche analisi non in continuo) fornisce valori di ben 5303 nanogrammi a metro cubo sempre di IPA.
I valori della centralina di monitoraggio in continuo fornisce in cokeria valori oltre trenta volte più bassi! Addirittura i valori di benzo(a)pirene riscontrati in laboratorio con i metodi classici risultano più elevati dei valori degli IPA riscontrati nello stesso giorno dalla corrispondente centralina di monitoraggio in continuo della cokeria: un assurdo tecnico dato che il benzo(a)pirene è un sottoinsieme degli IPA e non può superare il valore degli IPA.Ad esempio mentre l’8 giugno 2016 le analisi di laboratorio in cokeria danno 936 nanogrammi a metro cubo di IPA e 183 di benzo(a)pirene, nello stesso giorno la centralina di monitoraggio in continuo della cokeria (quella che Capogrosso tanto “temeva”) fornisce solo 19 nanogrammi a metro cubo.
Riasumendo: è paradossale che i dati delle analisi degli IPA cancerogeni della cokeria, fatte effettuare effettuate da ILVA in un apposito laboratorio chimico, risultino di gran lunga superiori ai dati di monitoraggio in continuo (effettuati in cokeria con strumentazione Ecochem PAS2000). Pur essendo metodi di analisi differenti, appare assurda una differenza così elevata.PeaceLink, dopo aver analizzato tali dati, e dopo aver riscontrato tali paradossi, invierà alla Cabina di Regia regionale per la qualità dell’aria e all’ARPA le sue valutazioni tecniche.
PeaceLink chiederà all’Arpa e all’ISPRA i dati analitici minuto dopo minuto del monitoraggio in continuo in cokeria per verificare la valità dei dati perché appare altamente improbabile che durante il caricamento e lo sfornamento del carbon coke vi siano valori talmente irrilevanti. I dati non ci convincono affatto e dovrebbero spingere a rimettere in discussione il sistema di monitoraggio della cokeria da cui continuano ad emergere numeri a dir poco paradossali.
Per PeaceLink
Alessandro Marescotti
Luciano Manna
admin

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