Ilva, la Procura di Taranto dissequestra il nastro trasportatore

La Procura della Repubblica di Taranto ha dissequestrato il nastro trasportatore Cv14 dell’altoforno 4, dove sabato scorso è morto schiacciato tra un rullo e il nastro l’operaio Giacomo Campo, 25 anni, dipendente dell’impresa Steel Service. “Se l’altoforno non viene alimentato ci sono ricadute su sicurezza e ambiente perché se si spegne poi ci vogliono 50 giorni per riattivarlo” ha ammesso il procuratore della Repubblica Carlo Maria Capristo, “vanno rimossi con urgenza i residui di minerale. Ci vorranno uno o due giorni”.

La procura vuole far luce sul danno che ha bloccato l’impianto e richiesto l’intervento urgente della ditta di pulizie nella cui squadra lavorava Campo. Secondo quanto trapelato il nastro trasportatore ha uno squarcio lungo circa 200 metri. “Sono preoccupato – ha aggiunto il procuratore capo – che ci siano attività interne ed esterne al siderurgico che intendano compromettere l’ambientalizzazione. Faremo luce anche su eventuali gesti scomposti”.

In mattinata il procuratore ha incontrato Enrico Laghi, uno dei commissari governativi dell’Ilva per fare il punto sulla situazione. “In attesa della consulenza tecnica del professor Sorli sull’incidente, che impiegherà 60 giorni – ha spiegato il procuratore Capristo – accerteremo e verificheremo che l’azienda rispetti il cronoprogramma per l’ambientalizzazione. Da questo punto di vista gli amministratori ci hanno dato ampia disponibilità”. Il procuratore della Repubblica di Taranto ha infine rivolto parole di cordoglio per la tragica scomparsa dell’operaio di 25 anni: “una morte che poteva essere evitata – ha detto Capristo – siamo vicini alla famiglia e i vertici Ilva ci hanno garantito che anche se non era un dipendente diretto del siderurgico l’azienda non farà mancare il suo aiuto ai familiari”. (AskaNews)

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