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Ilva, Rizzo (Usb): “Non c’è sicurezza, nello stabilimento manca tutto”

Francesco Rizzo, coordinatore provinciale USB Taranto torna sulla questione della mancanza di materiale D.P.I. (in parole più semplici tutto l’occorrente per lavorare, come ad esempio le tute) all’interno dello stabilimento ILVA di Taranto. Inchiostroverde se ne è occupato ieri con un proprio articolo (leggi qui).

“Partendo dal presupposto che tutto ciò che viene fatto per solidarietà è degno di lode, credo fortemente che però l’operazione di fornire alla Protezione Civile delle zone colpite dal terremoto il materiale D.P.I. sia solo una questione di facciata, perché chi lavora invece in azienda si scontra ogni giorno con problemi enormi. È facile farsi belli in una situazione particolare, sotto i riflettori. Il difficile è mantenere l’attenzione in casa propria. Ed è proprio ciò che sta accadendo in Ilva. Si va avanti solo grazie alla buona volontà dei lavoratori. Per le attrezzature e gli impianti sembra di essere all’anno zero. Non ricordo un periodo peggiore di questo da quando lavoro nello stabilimento. Carenza totale di D.P.I., impianti dove non si stanno usando le tute ignifughe, mancano i pezzi di ricambio per i mezzi… Una condizione insostenibile”. Secondo Rizzo si tratta di una grandissima responsabilità del Governo che brancola nel buio e continua a disinteressarsi fondamentalmente dei lavoratori Ilva.

“Tutto ciò ovviamente influisce sulla sicurezza, visto che inoltre si stanno effettuando pochissime manutenzioni impiantistiche a causa della mancanza dei pezzi di ricambio – continua Rizzo -. Purtroppo non si vede uno spiraglio di luce, visto che ancora non si capisce come andrà a finire la questione vendita o affitto, che va avanti da quattro anni e che comunque non garantirà il necessario per lo stabilimento. Non basta solo pagare lo stipendio per rendere le condizioni dei lavoratori migliori. Qui si tratta di farci lavorare in sicurezza, garantendoci il minimo necessario per proseguire in tranquillità il nostro impiego”. In merito alla questione ambientale Rizzo si chiede come siano andate a finire tutte quelle attività messe in campo dall’azienda, ma di cui non si è sentito più nulla.

“Vorremmo sapere che fine hanno fatto tutte quelle migliorie ambientali che sono state paventate in questo periodo? Mi sembra che ci siano una serie di questioni, già contrattualizzate che non sono partite ed altre che sono state riviste a ribasso dei costi e quindi a scapito ovviamente di ambiente e salute”, conclude Rizzo.

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