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Condotta colabrodo, Stefàno su maxi risarcimento: “Sentenza che fa ulteriore chiarezza”

Il Comune di Taranto incassa con soddisfazione il primo risultato dell’azione giudiziaria avviata nel 2005 per il risarcimento del danno da parte delle imprese costruttrici della condotta sottomarina per lo scarico in mare dell’effluente proveniente dall’impianto di depurazione “Gennarini”. Con una nota stampa, l’ente civico conferma la notizia pubblicata lo scorso 2 agosto sul “Nuovo Quotidiano di Puglia” e ripresa nello stesso giorno da InchiostroVerde.it. Di seguito il testo integrale del comunicato.

È recente, infatti, la pubblicazione della sentenza emessa del Giudice monocratico, dott.ssa Annagrazia Lenti – Seconda Sezione Civile del Tribunale di Taranto – che ha riconosciuto gli ingenti danni arrecati alla comunità sia di natura economica, per la evidente perdita di denaro pubblico, sia di natura ambientale e che ha graduato le responsabilità degli appaltatori.

Un saldo per il risarcimento dei danni in più voci che contempla: €. 5.449.742,77, oltre interessi a decorrere dalla data dei singoli pagamenti e sino al saldo a titolo di restituzione del prezzo pagato; €. 2.771.183,26 per la rimozione e lo smaltimento dell’opera; €. 2.468.285,59 quale maggior costo per il riappalto dell’opera; €.12.000.000,00 (in via equitativa) per il mancato utilizzo della condotta sottomarina e per gli effetti dannosi rilevati sulla fascia costiera e nell’ambiente marino.

In totale un importo liquidato dal Tribunale che ammonta complessivamente a 23 milioni, oltre gli interessi legali, che le imprese appaltatrici della costruzione della condotta e coloro che avrebbero dovuto dirigere e controllare da un punto di vista tecnico ed amministrativo la realizzazione dell’opera pubblica, dovranno versare nelle casse comunali, se dovesse assumere questa sentenza di 1°grado il carattere della definitività nei successivi gradi di giudizio.

La condotta sottomarina era stata concepita per il corretto smaltimento dei liquami convogliati e trattati nel depuratore “Gennarini” a servizio della Città Nuova nel rispetto dell’ambiente costiero e marino e, quindi, nella valorizzazione e nel rispetto di una delle primarie risorse della nostra comunità. I fatti sono andati ben diversamente nella realizzazione di questa opera pubblica: una larga e consistente falla si aprì quasi subito nel primissimo tratto della condotta poggiata sul fondale liberando in mare liquami provenienti dal trattamento dell’impianto “Gennarini” piuttosto che ai previsti 2 Km, tanto è la lunghezza della condotta, a danno dall’equilibrio ambientale marino e della fruibilità stessa dell’opera pubblica.

La sentenza di questi giorni è l’epilogo della vicenda giudiziaria che circa quattordici anni fa mobilitò l’opinione pubblica, le associazioni ambientaliste ed anche l’amministrazione cittadina. Da Palazzo di Città, infatti, nel 2005 fu avviato il procedimento giudiziario per la risoluzione del contratto di appalto con la restituzione del prezzo pagato dall’amministrazione e riconoscimento del diritto al risarcimento del danno, anche di natura ambientale, sofferto dalla comunità per degli inadempimenti contrattuali ed extra-contrattuali imputabili alle imprese appaltatrici.

“Già il giudizio penale aveva chiarito in maniera definitiva le responsabilità dei soggetti coinvolti nella vicenda – commenta la notizia il sindaco Ippazio Stefàno – la notizia della sentenza del giudice civile fa certamente ulteriore chiarezza sulla vicenda e sulle responsabilità dei danni derivanti dai lavori della condotta. Siamo consapevoli, però, che si tratta del primo grado di giudizio, che con ogni probabilità sarà seguito da impugnazioni e ricorsi, contro i quali l’Amministrazione farà valere le proprie ragioni, come ha fatto con forza e professionalità sino ad oggi attraverso una attenta ed accorta difesa legale”.

Foto di Fabio Matacchiera

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