Renzi a Taranto: dai fischi della strada all’atmosfera ovattata del MarTa

TARANTO – Due realtà parallele. In piazza Garibaldi, davanti al Museo Archeologico, si riuniscono le diverse anime della protesta. I loro cori sono diretti contro il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, atteso per l’inaugurazione del secondo piano del MarTa e vanno da “Taranto libera” ad “Assassino, assassino”. Tra i manifestanti ci sono rappresentanti del mondo ambientalista, esponenti di Rifondazione Comunista, Verdi, M5S, attivisti dei sindacati di base, esponenti del comitato “Cittadini e Lavoratori Liberi e Pensanti”. Gran parte della città, anche questa volta, sembra vivere l’evento con distacco e noncuranza. Le strade bloccate e il cambio di circolazione dei bus sono vissuti come gli effetti collaterali di un evento percepito come lontano.

Il premier arriva con circa un’ora di ritardo rispetto all’appuntamento previsto. Entra dall’ingresso laterale di via Cavour, in un tratto di strada dove nessuno dei contestatori può accedere. Intanto, in corso Umberto, tra i manifestanti, sale la tensione. Si vedono volare uova mentre aumenta l’intensità dei fischi. La protesta viene arginata da un consistente spiegamento di forze dell’ordine.

Basta varcare l’ingresso del Museo archeologico per accorgersi che lì dentro si respira tutta un’altra aria: atmosfera ovattata, una saletta allestita per il buffet, volti noti in platea: dal presidente della Provincia Michele Tamburrano al Commissario straordinario per le bonifiche Vera Corbelli, passando per il sindaco Ezio Stefàno. Per i giornalisti, invece, l’accoglienza non è delle migliori: vengono tenuti ai margini della sala, ammassati come bestie, in condizioni precarie che certo non aiutano il loro lavoro.

Nel suo intervento, la direttrice del Museo Eva Degl’Innocenti si dice orgogliosa del risultato ottenuto con l’inaugurazione del secondo piano: «E’ un momento importante per la città di Taranto perché questo museo ha un patrimonio archeologico non solo nazionale, ma anche internazionale. E’ sicuramente uno dei musei più importanti al mondo e possiede un grande potenziale di crescita anche grazie al nuovo allestimento che finalmente lo rende completo: dalla Preistoria al Medioevo. Si tratta di un punto di forza per questa città e può garantire la creazione di un legame identitario di cui Taranto ha tanto bisogno».

Sulla stessa lunghezza d’onda l’intervento del ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini: «Taranto ha una delle collezioni archeologiche più importanti al mondo e con il completamento del secondo piano, il MarTa ha tutto ciò di cui un museo moderno ha bisogno. Il visitatore oggi non vuole più soltanto vedere i reperti ma desidera vivere anche un’esperienza interessante. Taranto è nelle condizioni di valorizzare un patrimonio culturale unico che può attrarre turismo e trasformare la sua vocazione di città senza rinunciare al resto. E’ una sfida che può vincere».

Da Matteo Renzi arriva l’invito a non pensare che i problemi si risolvano soltanto a Roma. «La nostra volontà – dice il presidente del Consiglio – è quella di lavorare insieme e collaborare con tutti, soprattutto in una città in cui è fortissima la presenza delle istituzioni, a partire dall’Arsenale». Poi rivendica la scelta di “ripartire” dal “MarTa”: «Ciò non toglie nulla all’importanza dell’Ilva e del porto, ma noi pensiamo che l’investimento sulla cultura non sia un atteggiamento da addetti ai lavori o un semplice sfizio, è proprio da qui che bisogna ripartire».

In merito al percorso intrapreso sull’Ilva, Renzi aggiunge: «Noi abbiamo molto a cuore la salute dei cittadini. La politica per anni non ha fatto il suo lavoro. Noi, ora, stiamo facendo gli straordinari per recuperare il tempo perso. Ma per recuperare ci vuole uno sforzo collettivo, condiviso. A me sta a cuore che questa città tenga insieme il sacrosanto diritto alla salute, principio umano fondamentale, con il sacrosanto diritto al lavoro, che è il primo articolo della nostra Costituzione».

Dal Museo archeologico alla Prefettura: questo il passaggio successivo di Renzi. Qui viene sottoscritto il cosiddetto Patto per Taranto, un piano di investimenti di circa 800 milioni di euro destinati al rilancio del porto e ad altri investimenti strategici. Ad attenderlo in Prefettura, il presidente della Regione Michele Emiliano che soltanto ieri ha saputo di essere stato convocato per l’incontro odierno (dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio Claudio De Vincenti).

Durante il tragitto verso la Prefettura non mancano altri momenti di tensione. Il deputato tarantino Michele Pelillo (Pd), viene avvicinato da alcuni contestatori (clicca qui per vedere il video) che lo accusano di essersi venduto avallando tutte le decisioni prese dal Governo nazionale su Ilva e Taranto. Il suo arrivo in Prefettura avviene con la scorta di numerosi celerini. Lo segue un corteo di manifestanti che riversa su di lui tutta la rabbia finora nutrita contro la classe politica locale, rea di aver gestito nel peggiore dei modi il confronto con le istituzioni nazionali in difesa del territorio ionico e della sua gente.

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