TARANTO – Un processo che stenta a decollare e volti noti dell’ambientalismo ionico che attendono gli sviluppi di un’altra udienza incentrata sull’esame delle costituzioni di parte civile da parte di associazioni e comitati. Tra loro c’è anche Vincenzo Fornaro, allevatore che ha pagato a caro prezzo l’inquinamento da pcb e diossine da parte del siderurgico.
«Gli avvocati stanno facendo il massimo ostruzionismo possibile – spiega Fornaro al nostro Nicola Sammali – si stanno appellando ad ogni minimo dettaglio per ostacolare le costituzioni di parte civile. Per ogni avvocato se ne va tantissimo tempo. Gli avvocati dei Riva vorrebbero che ci fossero meno istanze, come se in questa città non fosse accaduto nulla. In realtà, tra gli imputati ci sono persone che hanno causato danni enormi, non ultimo l’abbattimento dei capi di bestiame della nostra azienda (masseria “Carmine”, ndr) e la cessazione della nostra attività. Hanno contestato anche questo danno chiedendo persino la nostra esclusione affermando che la sede adatta per richiedere il risarcimento è quella civile e non quella penale. Ma in aula omettono di dire che siamo stati individuati come parte offesa già in fase di indagine».
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