TARANTO – Quartieri col deserto intorno, peggio delle oasi, perché nei viali che li attraversano, spesso, di verde non c’è neanche l’ombra. Palazzi, solo palazzi dalle architetture minimaliste e strade vuote e la monotonia di un paesaggio spoglio a vista d’occhio. È la condizione che caratterizza tante periferie delle nostre città. Niente negozi, niente uffici, zero servizi. D’estate è peggio perché il sole rende più evidente il nulla.
Viene da pensare che il deserto, nelle nostre periferie, entri anche nell’animo della gente e allunghi le distanze tra chi ci vive e il resto del mondo. L’abitudine al deserto è il vero rischio, perché il vuoto intorno può divenire normalità, aumentando le distanze sociali, economiche, mentali. Non devono bruciare anche le speranze di chi vive qui, come la campagna tutt’intorno. Più forte deve essere il sostegno sociale e la vicinanza delle istituzioni. Non scandalizziamoci in modo esagerato se qualche ragazzo vandalizza le panchine dei viali di una qualunque periferia, dopo che da sempre è stato abituato ad una realtà senza fronzoli.
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