Sono 189 gli emendamenti al decreto Ilva depositati nelle commissioni Ambiente e Attività produttive della Camera. Le proposte di modifica sono arrivate da tutti i gruppi. Nulla, per il momento, da relatori e governo che comunque possono farlo in seguito.
E’, comunque, allo studio la possibilità di introdurre un termine alla norma del decreto che salva l’acquirente, nonché i soggetti da questi delegati, dalla responsabilità penale o amministrativa a fronte di condotte poste in essere in attuazione del Piano. A riferirlo tramite Askanews il relatore Alessandro Bratti (Pd), il quale ha affermato che lo scudo giudiziario non può durare “troppo” pur aggiungendo che “si tratta di capire come dare garanzie al subentrante” nella “fase di transizione”.
Certamente, ha aggiunto Bratti, serve “potenziare gli organi di controllo sul territorio” consentendo “l’assunzione di personale” e “vediamo – ha detto ventilando altre modifiche – se si riesce a coinvolgere di più la Regione” con un “parere” sul Piano per l’Ilva di Taranto recepito dal commissario. Bratti ha premesso che “al momento” si tratta di “indicazioni di massima ma dobbiamo interloquire con il governo”. Il decreto è all’esame delle commissioni Ambiente e Attività produttive della Camera. Ieri, alle ore 18 è scaduto il termine per la presentazione degli emendamenti. Oggi ci sarà la dichiarazione di inammissibilità sulle proposte che verranno depositate e domani e giovedì si voterà. L’approdo in Aula, ricorda Bratti, è infatti lunedì prossimo.
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