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Porto di Taranto, targa di riconoscimento a Vincenzo Bellomo: salvò operaio Ilva

 

Ancora una volta gli uomini dei servizi tecnico nautici del porto di Taranto sono stati insigniti di un onorificenza per aver salvato delle vite umane. Dopo la targa consegnata alla società “Rimorchiatori Napoletani” che opera nello scalo jonico, per il recupero di una nave con a bordo 800 migranti, è toccato al pilota del porto, C.L.C. Vincenzo Bellomo, ricevere dall’Unione Piloti dei Porti (UP) una simile onorificenza per aver salvato, in sinergia con gli ormeggiatori, un operaio rimasto incastrato nel crollo della gru operante al IV sporgente ILVA.

A consegnare materialmente la targa è stato l’Ammiraglio di Squadra Salvatore Ruzittu,  con al fianco l’Ammiraglio (CP) Francesco Saverio Ferrara ed presidente dell’Unione Piloti, Giuseppe Orrù. Quest’ultimo ha ribadito che il coraggio e la professionalità dimostrati dal pilota dello scalo portuale tarantino, sono stati sinonimo di una non comune perizia marinaresca.

Va detto altresì che l’episodio, risalente alla sera dell’11 dicembre 2014, è stato ricordato lo scorso 1 giugno, in occasione della cerimonia del cambio comando, dall’ex Comandante del porto di Taranto C.V (CP) Giuseppe Famà che, in favore del C.L.C. Vincenzo Bellomo, ha anche proposto una ricompensa al valor civile con la seguente motivazione:

“Congiuntamente all’equipaggio di un’unità nautica del gruppo ormeggiatori del porto di Taranto procedeva a porre in salvo un operaio incastrato tra le strutture di una gru ubicata in sul IV sporgente del porto di Taranto, crollata in parte in mare a seguito di cedimento strutturale. Lo sprezzo del pericolo e la non comune perizia marinaresca gli consentivano di raggiungere tempestivamente e di soccorrere il malcapitato che si trovava pericolosamente tra le strutture contorte della gru cadute in mare, che da un momento all’altro potevano definitivamente collassare e travolgere con se il malcapitato ed i soccorritori.

Inoltre, in pochi istanti riusciva, unitamente agli altri componenti dell’equipaggio, a recuperare a bordo dell’unità nautica l’operaio che si trovava in evidente stato di shock, a contatto con l’acqua ed esposto a temperature rigide determinate dalle avverse condizioni meteorologiche in atto ed a condurlo sulla banchina per le cure del caso. L’altruismo, il coraggio e la straordinaria competenza professionale, consentivano al sopra nominato di tranne in salvo una vita umana, pur a rischio della propria incolumità. Fulgido esempio di abnegazione, solidarietà e alto senso civico”.

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