Tempa Rossa, Legambiente Taranto: “Eni mischia le carte”

 

Il progetto di miglioramento del sistema di recupero dei VOC,  cioè della frazione più volatile degli idrocarburi,  dalle operazioni di carico/scarico del greggio presso il Pontile Petroli è stato il veicolo che ha consentito all’ENI di ottenere il via libera per Tempa Rossa da parte del Ministero dell’Ambiente. L’obiettivo dichiarato del progetto, intrecciando prescrizioni AIA e di V.I.A., è il recupero di 64  tonnellate/anno di VOC. Una quantità superiore alle 36 tonnellate/anno  che  Tempa Rossa andrebbe a produrre.

La realtà, per Legambiente, è però molto diversa da quella prospettata. Per Leo Corvace, “ l’ENI “mischia le carte” ed i numeri. Il nuovo progetto infatti, pur rivisto in relazione a Tempa Rossa, è inerente all’intero sistema di recupero ed abbattimento delle VOC prodotte dal greggio delle navi ed include le prescrizioni AIA. Quindi è riferito a tutto il traffico  navale al Pontile Petroli e non solo a quello di Tempa Rossa. Ne consegue che le quantità di VOC da considerare sono diverse da quelle indicate dall’ENI: vanno considerate non solo le 36 tonnellate/anno di Tempa Rossa, ma anche le 42 tonnellate/anno  prodotte dal resto della movimentazione navi al pontile. Un totale di 78 tonnellate/anno  di VOC ben superiori alle 64 che l’ENI intende abbattere. I conti non tornano e molte sono le perplessità nei confronti del Ministero dell’Ambiente per aver fatto passare l’operazione senza contestarla.

Per Lunetta Franco, presidente del circolo di Taranto, si tratta, insieme ai recenti scandali, di un altro discutibile anello di tutta la vicenda Tempa Rossa, dall’estrazione del greggio in Basilicata alla parte riguardante  Taranto. Non possiamo che ribadire  la nostra contrarietà ad un progetto che porta nuovo inquinamento oltre ad un incremento del rischio di incidente che abbiamo già più volte denunciato.  Un progettoè legato ad un modello di sviluppo fondato sullo sfruttamento di fonti fossili, che riteniamo non più sostenibile ”.

 

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