Se l’auto è ferma in sosta il climatizzatore va spento

Estate, tempo di temperature roventi. E’ la stagione giusta per rispolverare una norma del codice della strada da molti ignorata: quando l’auto è in sosta non si può lasciare acceso il motore solo allo scopo di mantenere in funzione l’aria condizionata o, in inverno, l’impianto di riscaldamento. A stabilirlo, in modo chiaro ed inequivocabile, è un articolo del codice della strada.

Chi viola tale norma può essere multato con una sanzione che va da un minimo di 216 euro a un massimo di 432 euro. Una notizia non da poco se si considera che la temperatura a Taranto, anche all’ombra, può sfiorare i 40 gradi nel periodo estivo. E’ una norma giovane, risale al 2007 e l’intento è serio: la riduzione delle emissioni dei gas di scarico, nocive per la salute. Gas che, ovviamente, vengono prodotti anche se l’auto è ferma, purché il motore sia acceso.

Puntualmente ignorata dagli automobilisti, con il tacito benestare dei vigili, evidentemente sino ad oggi disposti a chiudere un occhio dinanzi a tale illecito, la norma però non scusa l’ignoranza né prevede alcun tipo di eccezione: così è inutile giustificarsi sostenendo che si tratterebbe di una sosta di pochi minuti, magari necessaria per attendere l’arrivo di un passeggero. Il solo fatto di avere l’auto ferma in sosta, anche se momentanea, impone la chiusura del climatizzatore.

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Una circolare del ministero dell’Interno chiarisce che il reato di omicidio stradale si può applicare anche ai gestori delle strade, se ritenuti corresponsabili di gravi incidenti stradali. La circolare ministeriale, inviata a Prefetture, Questure, Carabinieri, Polizia e Finanza chiarisce che il reato di omicidio stradale ricorre “anche se il responsabile non è un conducente di veicolo. Infatti, le norme del Codice della Strada disciplinano anche comportamenti posti a tutela della sicurezza stradale relativi alla manutenzione e costruzione delle strade e dei veicoli”.

La circolare si riferisce all’articolo 14 del Codice della Strada, secondo cui “gli enti proprietari, allo scopo di garantire la sicurezza e la fluidità della circolazione, provvedono alla manutenzione, gestione e pulizia delle strade, delle loro pertinenze e arredo, nonché delle attrezzature, impianti e servizi al controllo tecnico della efficienza delle strade e relative pertinenze ed alla apposizione e manutenzione della segnaletica prescritta”. In pratica, se tra le cause di un incidente stradale che provoca la morte o gravi ferite c’è anche la scarsa manutenzione della strada o la mancanza di adeguate misure di sicurezza, la società che gestisce l’infrastruttura può essere accusata, nelle vesti dei suoi responsabili, di omicidio stradale.

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Se la carreggiata è suddivisa in corsie, in presenza del semaforo, bisogna seguire la freccia direzionale dipinta sull’asfalto. Così, per esempio, sulla corsia di sinistra ci sarà spesso la freccia a sinistra; su quella centrale invece deve incolonnarsi chi intende proseguire diritto; in maniera analoga sulla destra chi intende svoltare in quella direzione.

A ribadirlo è una recente sentenza della Cassazione che stabilisce come la segnaletica orizzontale (ossia quella tracciata sulla strada, di colore bianco) è obbligatoria e va rispettata. In buona sostanza tanto per fare un esempio non ci si può incolonnare al centro per poi svoltare a sinistra, anche se non c’è un divieto di svolta e il semaforo per chi è in tale posizione si è fatto verde.

Il codice della strada stabilisce che i semafori di corsia sono posti in presenza di strade che presentano più corsie in modo da consentire la preselezione e l’assestamento dei veicoli in prossimità di un incrocio: in queste strade le corsie da riservare a determinate manovre devono essere contrassegnate da frecce direzionali. Questo significa che la luce del semaforo (per questo definito “di corsia”) non disciplina il passaggio dei veicoli in base all’intenzione del conducente di effettuare una determinata manovra piuttosto che un’altra, quanto il transito delle vetture che hanno seguito la canalizzazione cui si dirige il segnale luminoso.

Il segnale luminoso infatti è riservato unicamente ai conducenti incanalati secondo la corrispondente segnaletica sull’asfalto. Se la freccia direzionale del semaforo, dunque, non consente alcuna manovra di svolta da parte dei veicoli che non si siano previamente immessi nella corsia che incanala il traffico in quella direzione, non vi è margine per evitare la multa: l’automobilista, infatti, per non essere sanzionato, deve attendere sulla linea di arresto che il segnale luminoso gli consenta di effettuare la manovra consentita dalla corsia in cui si sono immessi. Una diversa soluzione comporterebbe infatti inevitabili inconvenienti per l’ordinato flusso veicolare nell’area dell’incrocio, con il rischio di incidenti.

A cura di Fabiana Di Cuia, laureata con lode in Scienze della Comunicazione  – Giornalista – Insegnante di Scuola Guida, abilitata dal 2003.

 Autoscuola 2000 Di Cuia, via Calamandrei, 12 (Taranto)

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