Ilva, indice puntato dei “Liberi e Pensanti” contro Pelillo (Pd): narratore di un miracolo

Esattamente tre mesi dopo l’approvazione dello schema di provvedimento per il riordino della rete ospedaliera pugliese, il Consiglio comunale di Taranto ha deciso di organizzare un incontro sul tema.  Ospiti eccellenti, i parlamentari Ludovico Vico e Michele Pelillo con l’ex assessore al Welfare e alla Salute, Donato Pentassuglia. Oltre Pelillo, che merita un capitolo a parte per le affermazioni disarmanti sull’attuale gestione Ilva, vogliamo ricordare il suo collega ex militante Cgil, il deputato Ludovico Vico, che durante la campagna elettorale nel 2006 percepì dalla famiglia Riva ben 48mila euro.

Come non citare poi chi ha ignorato le 18mila firme raccolte per la campagna Rischio Sanitario Taranto, consegnate all’inizio dello scorso anno e cadute nel nulla.
Proprio lui però, Donato Pentassuglia riferisce all’inizio del suo intervento un concetto importante: l’emergenzialità dell’assemblea tenutasi ieri.  Lui dice: “Sembra un fatto normale la mia presenza oggi ma non lo è. Tutto questo significa che siamo oltre l’emergenza”. Sebbene lo stato di emergenza sia reale, non capiamo come mai tutto questo sia stato organizzato in forte ritardo. E soprattutto non capiamo la necessità di circoscrivere i problemi della sanità locale solo alla diminuzione di posti letto e alla “riconversione” di alcuni ospedali.

Nella città dell’Ilva “che non inquina più” (sic!) la vera linea emergenziale è rappresentata dalla scarsa presenza di medici e infermieri, dalla mancanza di un reparto di oncologia pediatrica, dalla completa assenza, anche in una visione futura, di un ospedale oncologico. Mentre in altre città pugliesi, vedi Canosa, Cerignola e Bari, le istituzioni regionali hanno assistito all’organizzazione di piccole proteste contro il piano di riordino ospedaliero, a Taranto nessuno ha battuto ciglio. Tanto che il sindaco Ippazio Stefàno si è concesso persino la libertà di dire che “prima di prendere qualsiasi decisione politica, abbiamo il dovere di ascoltare le risorse che lavorano all’interno degli ospedali […] a me però queste voci ancora non sono pervenute”.

Eppure solo venti giorni fa, sul palco di ‪#‎unomaggiotaranto‬, il primario del reparto di Ematologia dell’ospedale Moscati, il dott. Patrizio Mazza, ha denunciato davanti a 200mila persone quelli che per un professionista della sanità sono i problemi in una città come Taranto. Dove, non ci stancheremo mai di dirlo, è evidente la correlazione tra ambiente e salute. E con questo punto arriviamo a Michele Pelillo, che come detto più in alto merita uno spazio riservato.

L’esponente pugliese del Pd si è fatto narratore di un miracolo, migliore di quello sulla moltiplicazione dei pani e dei pesci: “Abbiamo un nuovo presente sotto gli occhi, la grande industria non inquina più, perché la produzione è calata rispetto alla gestione Riva”.
Di questo dovremmo dire grazie all’amministrazione straordinaria subentrata in Ilva all’inizio dello scorso anno, che secondo Pelillo non solo ha favorito la diminuzione della produzione di acciaio da 11 a 8 tonnellate annue ma ha anche fatto lavori di adeguamento all’interno dello stabilimento. Cosa più grave però è che Pelillo, voce della maggioranza democratica pugliese, ha implicitamente fatto capire che, se la produzione Ilva fosse di 6 milioni di tonnellate l’anno, il rapporto salute – ambiente – lavoro sarebbe accettabile.
Come a dire insomma che diminuire di due milioni la produzione rispetto ai termini imposti dall’Aia renderebbe le morti per tumore più ammissibili.

In ultimo vorremmo condividere la nostra presenza di ieri in Consiglio con tutte le altre associazioni che hanno partecipato. Peccato però che, proprio quelle persone che intervenendo hanno denunciato per l’ennesima volta la vacuità del diritto alla salute per i bambini di Taranto, siano le stesse che non hanno esitato ad applaudire alle parole di uno tra gli indagati di Ambiente Svenduto.  Uno che ha avuto il coraggio di affermare: “Sto pagando a caro prezzo la scelta di aver svolto il ruolo di assessore regionale”.

Tutto questo davanti alle nostre morti di tumore, davanti a un complesso sanitario locale inadeguato per strutture e risorse, davanti a un diritto alla salute negato soprattutto ai bambini, davanti all’esponente di spicco della nostra amministrazione che, sebbene medico, è intervenuto con le stesse argomentazioni che avrebbe potuto avere un non addetto ai lavori.

COMITATO CITTADINI E LAVORATORI LIBERI E PENSANTI

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