In merito al procedimento giudiziario relativo al Centro Olio di Viggiano, Eni ha presentato in data odierna ricorso in Cassazione in relazione alla decisione del Tribunale di Riesame di Potenza sul sequestro dell’impianto. Com’è noto, in sede di sequestro era stato indicato come possibile l’uso dell’impianto a condizione che l’acqua estratta non fosse più reiniettata nel pozzo e fosse altresì modificata la qualifica CER del fluido risultante dal processo produttivo.
Secondo l’Eni tale soluzione “non risultava praticabile dal punto di vista industriale ed era incoerente con il quadro autorizzativo vigente per l’impianto”. Scrive l’azienda in una nota: «Premesso che la reiniezione dell’acqua di strato è una best practice internazionale, Eni nelle ultime settimane ha continuato a studiare ipotesi di soluzioni alternative, individuando la possibilità di apportare una modifica all’impianto in grado di determinare la separazione della produzione di gas da quella di olio e permettere di continuare nella reiezione delle acque di strato, soluzione che non richiede variazioni dell’autorizzazione principale attualmente in essere».
Sulla base di questa soluzione, Eni ha presentato oggi anche un’istanza per il dissequestro dell’impianto. Eni auspica che “tale soluzione possa essere accolta dalla magistratura per permettere la riapertura dell’impianto, in attesa del giudizio che la società confida potrà chiarire la correttezza del suo operato. La società darà la massima collaborazione alla magistratura nell’interesse che possa essere fatta quanto prima chiarezza sulla vicenda e si possa procedere al più presto al riavvio delle operazioni”.
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