La decisione della Commissione europea di estendere anche al prestito ponte da 300 milioni di euro l’indagine approfondita che è attualmente in corso per presunti aiuti di Stato all’Ilva di Taranto “la conoscevamo e l’aspettavamo da lungo tempo: la cosa importante è che questo non ha influenza sul processo di vendita” dell’acciaieria. Lo ha affermato il neo ministro per lo Sviluppo economico Carlo Calenda, incontrando la stampa a margine di una riunione del Consiglio Ue a Bruxelles. Lo riporta l’agenzia AskaNews.
Il governo aveva varato il prestito-ponte nel dicembre scorso per facilitare la vendita dell’Ilva, con l’intenzione di farsi poi restituire i soldi dal futuro (eventuale) acquirente dell’impresa. A chi gli chiedeva se sia preoccupato che la nuova iniziativa della Commissione possa ora rendere più difficile la vendita dell’acciaieria, Calenda ha risposto: “No, era già scritto nel bando che quell’ammontare di risorse sarebbe stato oggetto di restituzione”. Per cui la decisione di oggi “non ha un peso da nessun punto di vista, tranne – ha concluso Calenda – che per l’infrazione stessa”, se dovesse essere confermata dall’indagine dell’Esecutivo Ue.
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