“Tanti gli indizi. Ma nessuno dice la verità”. Nelle scorse settimane l’entourage di Arvedi e di Marcegaglia, con Emma Marcegaglia presidente di Eni in testa, hanno visitato lo stabilimento Ilva di Taranto.
“E’ oramai chiaro il loro vivo interesse ad acquisire, ovviamente a titolo gratuito, lo stabilimento e tutto quel che rimane del vecchio gruppo Ilva/Riva – dichiara Francesco Rizzo, coordinatore USB provinciale -. Il nome dei due gruppi circola dall’inizio di tutta la questione Ilva, fin dagli inizi del 2013 e, anche se si parla di una ventina di possibili acquirenti, i loro nomi sono sempre inseriti nelle ipotetiche cordate. Troppi gli indizi che confermano questa tesi: il primo la nota amicizia tra il premier Renzi ed Emma Marcegaglia e in secondo luogo alcuni ex dirigenti Ilva che sono passati a collaborare da alcuni mesi con Arvedi.
Il gruppo Arvedi è proprietario della tristemente famosa “ferriera” o “l’Ilva del nord” come qualcuno la definisce , un “piccolo” stabilimento siderurgico situato a Trieste al centro di feroci polemiche sempre legate all’inquinamento – va avanti Rizzo -. Il cavalier Giovanni Arvedi ha rilevato lo stabilimento dopo la procedura di commissariamento e amministrazione straordinaria, promettendo investimenti per 170 milioni di euro circa per “ambientalizzare” la ferriera. Investimenti di cui ancora non si ha nessuna traccia. Il gruppo Marcegaglia invece a Taranto in cinque minuti ha chiuso i battenti lasciando in mezzo ad una strada 140 lavoratori.
Nessuno dei due gruppi – continua ancora il coordinatore USB – ha la forza finanziaria per acquisire e ambientalizzare il gruppo Ilva, né tantomeno garantire l’occupazione di 16.000 lavoratori diretti e 5.000 indiretti. Così come nessun soggetto privato sano di mente, spenderebbe miliardi di euro dei propri soldi per ambientalizzare, bonificare, riqualificare, diversificare, riconvertire e rilanciare uno stabilimento come il nostro. Infatti sarà la cassa depositi e prestiti alias lo Stato (diciamo pure i cittadini) a garantire i soldi, ma lo scopo non sara’ quello promesso “a parole”, lo scopo reale sarà far fare un affare con i soldi pubblici ai soliti noti attuando la macelleria sociale.
Ci hanno definito “azienda strategica per l’economia nazionale” , ma la mancanza di un progetto nazionale che rilanci l’idea di un industria compatibile con l’ambiente, rispettosa della salute che garantisca buona occupazione è palese. L’unica certezza che abbiamo finora in questa storia è che pur avendo una miriade di posizioni in campo che vanno dalla nostra proposta di nazionalizzare, passando per la privatizzazione, chiusura dell’area a caldo, fino ad arrivare a coloro che sostengono bonifiche e chiusura integrale del sito e in assenza di dialogo il risultato sara’ uguale per tutti, zero bonifiche , zero ambientalizzazione, più inquinamento e meno occupazione”, conclude Rizzo.
Ancora importantissime novità da un punto di vista legislativo, questa volta è ufficiale senza cellulare…
Benito Mussolini in fuga con Claretta Petacci fu ucciso a Giulino di Mezzegra. A Dongo…
Scatta un nuovo allarme per i fumatori, è stato confermato un aumento entro la fine…
Scattato l'allarme, anche se te lo prescrivono sempre, questo farmaco per l'influenza non lo dovresti…
Amanti degli Horror giapponesi estremi non potete perdervi questo film borderline che si cela nel…
Ancora importanti importantissime novità se devi portare la tua auto dal meccanico, ora basta pagare…