Il credit crunch stritola l’agricoltura della provincia di Taranto

Gianluca Buemi, presidente dell’Ordine dei dottori agronomi e dei dottori forestali della provincia di Taranto, lancia l’allarme: «Il credit crunch sta mettendo in ginocchio l’agricoltura jonica: il sistema bancario non ha più fiducia nel mondo agricolo e senza credito l’agricoltura moderna non può sopravvivere!».

Da diversi anni, ormai, in provincia di Taranto il trend del credito a favore delle aziende agricole è in caduta libera: si è passati, infatti, dagli oltre 106 milioni di euro di prestiti erogati nel 2009, ai 61 milioni dell’anno scorso, ben 44,3 milioni di euro in meno per le aziende agricole, pari ad un tasso negativo del 41,8%!

La stretta creditizia, il cosiddetto “credit crunch”, sta rendendo sempre più difficile alle aziende agricole tarantine, peraltro già fortemente provate dalla recessione, di uscire dalla crisi rilanciandosi su un mercato che, proprio in questo periodo, sta invece dando incoraggianti segnali di ripresa.

Le nuove operazioni creditizie approvate dalle banche negli ultimi anni, infatti, non sono state sufficienti a “compensare” i prestiti in scadenza, così di fatto le aziende si sono trovate a disporre di una liquidità ridotta e, quindi, insufficiente ad avviare nuovi investimenti indispensabili per innovarsi rendendosi competitive sui mercati.

Gianluca Buemi spiega che «sono soprattutto le micro, piccole e medie imprese agricole ad incontrare grosse difficoltà nell’accesso al credito: in provincia di Taranto, come nel resto della Puglia, la “fetta” più cospicua dei finanziamenti viene infatti erogata alle poche imprese con più di venti addetti, mentre meno di un terzo va a quelle di minori dimensioni che rappresentano il nostro tessuto imprenditoriale».

Eppure il tasso di riferimento per il credito agrario si attesta al 2,23%, tuttavia neppure la discesa dello spread italiano e il taglio al costo del denaro operato dalla Banca centrale europea (Bce) hanno garantito gli attesi benefici al comparto agricolo facilitandone l’accesso a nuove linee di credito.

«Tra i motivi di tale crollo – evidenzia Gianluca Buemi – vi sono sia le nuove norme sulla vigilanza delle banche dettate dalla BCE e dalla Banca d’Italia, sia le incertezze delle stesse banche nell’assegnare adeguati rating creditizi alle imprese agricole che richiedono la concessione del credito».

In questo contesto, si rende oltremodo necessaria la presenza di un “interprete” capace di tradurre le tipicità del mondo agricolo in un linguaggio comprensibile al sistema bancario, ruolo che può e deve essere assolto dall’Agronomo.

«Siamo infatti l’unica professione  – sottolinea il presidente dell’Ordine degli Agronomi di Taranto  – preparata per affiancare alla chiara conoscenza delle dinamiche produttive agricole, le competenze nel settore economico ed estimativo; questa sinergia è indispensabile per consentire al settore del credito di avere maggiore chiarezza nel valutare il rischio e tornare così a “fidarsi” del mondo agricolo o, almeno, di quella parte dell’imprenditoria agricola tarantina che è ancora in grado di esprimere significative performance in termini economici e reddituali».

«In base ai dati elaborati dall’Osservatorio economico, diretto da Davide Stasi, dei 61 milioni 702mila euro di prestiti erogati all’agricoltura jonica nel 2015 – conclude Gianluca Buemi – 24 milioni 61mila sono stati utilizzati per investimenti in costruzioni rurali, principalmente per ristrutturazioni ed ammodernamenti, 24 milioni 660mila euro per l’acquisto di macchinari, attrezzature, mezzi di trasporto e di produzione e, infine, 12 milioni 981mila euro per compare fabbricati rurali».

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