Ma evidentemente non sono bastate né le numerose osservazioni contrarie presentate da biologi, dottori in scienze ambientali, geologi, storici, archeologi, ambientalisti, semplici cittadini, né la decisione finale di rigettare il progetto, né tanto meno l’evidenza di un altro porto, quello di Campomarino, a pochi chilometri di distanza, e dei numerosi impatti che produce sia sull’ambiente e sulla vicina prateria di Posidonia oceanica (Habitat di interesse comunitario per la Direttiva Habitat 92/43/CEE) ormai compromessa, sia sul turismo inducendo addirittura la fuga dei turisti nei mesi più caldi per l’insopportabile puzza di fogna proveniente da tutta l’area portuale che invade l’intero paese costiero.
Anche le scogliere sia emerse che sommerse sono Habitat di interesse comunitario per la Direttiva Habitat 92/43/CEE (numero identificativo 1170). E ogni angolo sottomarino è popolato da una grande biodiversità composta anche da specie protette dalla legge tra cui spugne, cnidari, molluschi, crostacei, echinodermi e pesci bentonici. Mi sembra impossibile dover scrivere ancora queste cose, dover ribadire l’importanza di bloccare ogni nuova aggressione al nostro mare, di impedire che anche un solo metro quadrato di fondale marino venga rovinato. Non è possibile vivere nel perenne timore che il poco che ci resta venga compromesso per sempre.
Rossella Baldacconi, PhD in Scienze Ambientali
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