TARANTO – C’è una Taranto che non ci sta. Davanti ad una tradizione dalle evidenti controindicazioni, come il falò di San Giuseppe, protesta e denuncia. Nelle scorse settimane è nata su Facebook una pagina dal titolo “19 Marzo 2016 – La Diossina Di San Giuseppe”, che scandisce un sofferto conto alla rovescia proponendo articoli di denuncia e foto eloquenti. Nelle immagini che circolano sul social network emerge il degrado di alcune zone della città che domani accoglieranno l’evento.
«Nonostante le numerose denunce, al Rione Salinella, ma anche in altri quartieri di Taranto, assisteremo inermi all’accensione dei falò in onore di san Giuseppe – ci scrive un cittadino – a bruciare sarà di tutto: arredi vari, poltrone, divani, materiale plastico, materassi, infissi laccati e verniciati, resti edili da demolizione, pneumatici. L’effetto sarà quello di produrre diossina. E dire che a pochi metri, presso la casa di cura Villa Verde, nei reparti di cardiologia e pneumologia sono ricoverati diversi pazienti».
Anche quest’anno, dunque, le proteste non serviranno ad evitare l’accensione dei falò. «Ancora una volta predomina l’illegalità, la sopraffazione – è la denuncia sollevata dai cittadini che hanno dato vita al gruppo su Facebook – pur avendo sollecitato in tempo gli amministratori comunali siamo rimasti inascoltati. Questa non è la Taranto che vogliamo». Una Taranto che dovrebbe cominciare dalle piccole cose per dimostrare, innanzitutto a se stessa, di voler cambiare davvero. Non solo a parole.
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