Il mercatino della domenica: al rione Salinella un’altra filosofia di vita

Viti, dadi, chiodi e bielle; piatti, imbuti e padelle pinze; pettini e bottoni; spille, ghiere e bulloni. In vetro, pelle, legno o acciaio di ogni cosa almeno un paio.

TARANTO – Il primo premio per l’ecologista dell’anno lo darei senz’altro al mercatino della domenica al rione Salinella nell’insieme dei suoi venditori e frequentatori. Una specie di casba o suk all’italiana molto frequentato dai tarantini. Centinaia di venditori che, nei pochi metri quadri a disposizione, propongono di tutto: soprammobili, giradischi, libri, cartoline, quadri, lavatrici, appendiabiti, aspirapolvere, ecc.

Davvero può capitare di trovare qualunque cosa in quel mercatino e anche l’affare del secolo. La gran parte dei venditori non frequenta i convegni sulla decrescita felice, sul riciclo dei rifiuti, sulla raccolta differenziata ma, nella pratica, mette in atto tante di quelle teorie di cui spesso, tanti ambientalisti Doc si riempiono la bocca senza poi effettivamente dare ad esse un seguito effettivo nel vivere quotidiano.

Il riciclo, nel mercatino è la regola. Cerchi un telefonino? Se proprio sei fissato e vuoi l’ultimo modello super tecnologico non lo troverai qui, ma se ti accontenti di quello di appena qualche mese fa, potresti avere fortuna e comprarlo per poche decine di euro. Ogni tanto una fregatura capita di prenderla, questo è certo. Ne ho prese anch’io che sono, confesso, un appassionato di oggetti vintage e più volte ho scoperto di aver acquistato un mangiadischi piuttosto che un asciugacapelli o un proiettore che non avrebbero poi mai funzionato. Ma in genere ci rido sopra questi incauti acquisti, anche perché il costo è generalmente molto basso.

Nel mercatino, lo sconto è la regola. Arrivare ad un compromesso tra richiesta ed offerta è forse la parte più divertente dell’acquisto. In genere funziona così: chiedo 30, mi offrono 5, ci si accorda per 10 euro. Chiaramente con una trattativa molto colorita, piena di battute, che comunque, alla fine, lascia contenti compratore e venditore. È un’esperienza che consiglio a tutti quella di fare un giro nell’esplosione di colori, grida e dialetti offerta dal mercatino domenicale.

È un modo per scoprire un’economia parallela e alternativa a quella dei centri commerciali, dei negozi griffati. Un’economia che permette anche a tanta gente di guadagnare qualcosa, magari di arrotondare le entrate, di sbarcare il lunario. E che fa, in fin dei conti, se alla credenza manca un pomello, se il televisore non è 3D o se il libro che cercavo ha la copertina un po’ stracciata… Si entra in una filosofia di vita diversa: una breve immersione che è una lezione di ecologia, molto più di tanti convegni.

Giuseppe Aralla

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