Yoga della risata: una risorsa per vivere meglio – Elisa Albano

In questo periodo di grandi abbattimenti morali, sconforti e crisi, di violenze e rancori, si parla molto dell’importanza di ritrovare il sorriso, il buon umore e la capacità di farsi, nonostante tutto e tutti, una sana e fragorosa risata. Sono ormai ben noti e scientificamente provati i benefici di un atteggiamento mentale positivo e di una catartica risata.

Ridere fa bene non solo al corpo, ma anche alla mente. Ad esempio, alcuni dei benefici dimostrati sul piano fisico sono: aumento del livello di ossigeno nel sangue e rilascio di endorfine che innescano una sensazione di benessere; innalzamento delle difese immunitarie; scioglimento delle tensioni muscolari; diminuzione del rischio di ipertensione e di malattie cardiache.

Sul piano psichico, invece, ridere di cuore può migliorare gli stati d’animo, innalzare l’autostima; attenuare stress e ansia e sviluppare capacità comunicative e relazionali. Lo Yoga della risata viene incontro a tutto questo permettendoci di ridere anche senza motivo grazie a dei semplici esercizi e di ottenere gli stessi benefici, sia sul piano fisico che psichico, di una di quelle belle risate spontanee che di questi tempi difficilmente riusciamo a farci.

Ma cosa è questo Yoga della risata? Il metodo fu ideato nel 1995 dal medico indiano Madan Kataria, che fondò il primo club della risata a Mumbai, ispirato dai numerosi articoli che cominciavano a circolare sui benefici del buonumore. Il primo club contava solo un piccolo gruppo di amici che si incontrava ogni giorno in un parco, per ridere tutti insieme. Inizialmente la risata veniva stimolata da barzellette e battute di spirito. Ma ben presto sorse la necessità di trovare una tecnica che permettesse di ridere anche senza un motivo.

Così nacque lo yoga della risata, che prende il nome dall’abbinamento di esercizi di risata autoindotta e di esercizi di respirazione che portano i partecipanti gradualmente a ridere anche se hanno difficoltà a farlo. Il principio si basa sul fatto che la mente non riconosce una risata spontanea da una simulata, per cui fingendo di ridere si finisce per divenire davvero più felici.

Oggi esistono migliaia di club della risata in tutto il mondo e questa tecnica sta diventando una risorsa utilissima anche nelle aziende, dove una buona produttività è spesso legata allo stato di contentezza dei dipendenti e dalla buona armonia che può regnare tra loro. Risulta validissima nelle case di riposo, dove si ride sempre meno e il senso di solitudine e abbandono aggravano malattie come l’Alzheimer, la depressione e la demenza senile.

È utile nelle scuole per favorire la sana socializzazione e migliorare l’autostima e persino nei penitenziari. Insomma, una risorsa da prendere in considerazione in ogni campo e per ogni occasione, soprattutto quando si è soli, con le proprie preoccupazioni e ansie o quando si è consapevoli di dover affrontare una giornata particolarmente difficoltosa. Uscire di casa, mettersi in macchina e farsi una fragorosa e liberatoria risata non può farci che bene.

A cura di Elisa Albano

Psicologa – Scrittrice

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