Ilva, Matacchiera (Fondo Antidiossina): “Elettrofiltri per le diossine ammasso di ruggine”

Nuovi particolari sugli elettrofiltri per le diossine del area AGL dell’Ilva di Taranto. Arpa Puglia risponde (prot. n. 7145) al Fondo Antidiossina.
Dopo aver informato il 25 gennaio scorso la stampa e la direzione Arpa Puglia, nonché il direttore del Dipartimento di Taranto, dott.ssa Maria Spartera e il direttore del Centro Regionale Aria, dott. Roberto Giua del visibile cattivo stato di conservazione degli elettrofiltri (giusto per intenderci stiamo parlando degli imponenti dispositivi per filtrare le polveri contenenti microinquinanti, diossine e furani – vedi foto allegate) a servizio dell’area agglomerazione dell’Ilva di Taranto, abbiamo appreso successivamente, in data 26 febbraio scorso, dei gravissimi esiti dei rilievi di diossine e furani contenuti nelle polveri raccolti dalla rete deposimetrica, installati nel quartiere Tamburi e nello stesso stabilimento, in quantità mai riscontrata in altre realtà industriali in Italia (neanche nella Terra dei Fuochi!).

A proposito degli elettrofiltri, il dott. Giua ci rispondeva (missiva con prot. n.7145 del 03/02/2016) tra le varie cose, di cui vi renderemo edotti prossimamente, che: “la sussistenza di un fenomeno corrosivo in atto verrà segnalata all’Organo di controllo (ISPRA), in modo da proporre di includere tale aspetto in una prossima visita ispettiva AIA”. Questo, a nostro avviso, è un fatto gravissimo perché ci crea il dubbio che tali elettrofiltri siano realmente in grado di contenere le polveri, al fine di evitare qualsiasi dispersione delle stesse nell’ambiente. Come mai il dott. Giua non si sia reso conto della gravità di tale situazione, più che visibile, rinviando ad un successivo momento di verifica, considerando che Arpa svolge anche funzioni di polizia giudiziaria?

 

 

 

 

Inoltre, il dirigente comunicava alla onlus che Arpa “aveva in programma” (ribadisco: “aveva in programma”!!!) “l’effettuazione di una campagna di monitoraggio delle concentrazioni di inquinanti (fra cui particolato e microinquinanti organici) negli ambienti lavorativi del reparto di sinterizzazione di ILVA”. Cosa gravissima se tali controlli non siano stati eseguiti da Arpa e con particolare riferimento all’area cokeria dove sono stati riscontrati (ribadisco, non riscontrati dall’Arpa, ma dall’ing. Maurizio Onofrio del Politecnico di Torino) valori assolutamente alti e non compatibili con la vita degli operai e dei cittadini che vivono soprattutto nei quartieri limitrofi.

 

 

 

 

(Foto: Fondo Antidiossina Taranto)

 

 

 

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