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Ilva, il Fondo Antidiossina chiede chiarimenti su dati allarmanti

Riceviamo e pubblichiamo nota stampa di Fabio Matacchiera, responsabile legale del Fondo Antidiossina Onlus.

Oggetto (1): Richiesta dati analitici ad Arpa Puglia su contaminazione suoli da diossina

Dall’esito dei risultati analitici relativi alle deposizioni atmosferiche dei suoli della città di Taranto che risulta fortemente contaminata da cancerogeni, si evidenzia una grave situazione di crisi e di emergenza sanitaria ed ambientale, forse mai vista prima. Pertanto, chiediamo all’Arpa Puglia di confermare e validare tale riscontro con i dati rinvenenti dalla propria rete deposimetrica a far data almeno dal 2013, anche alla luce del proclamato miglioramento nel tempo della qualità dell’aria a Taranto. In particolare, chiediamo urgenti e dettagliati riscontri al direttore del Dipartimento di Taranto, dott.ssa Maria Spartera e al Dir. del Centro Regionale Aria, dott. Roberto Giua, sperando che entrambi abbiano assolto a tale compito che rientra nelle rispettive funzioni.

Oggetto (2) chiarimenti su chi ha prodotto i dati analitici che di fatto fanno scattare l’emergenza

Molti si chiedono come mai l’Ilva “unilateralmente” e “paradossalmente” abbia commissionato questa indagine al Politecnico di Torino che ha trovato nei deposimetri valori così alti di diossine. Occorre precisare che
Ilva è costretta ad effettuare  delle proprie analisi sulle deposizioni di diossina nell’ambito dei controlli periodici previsti dall’Aia (Autorizzazione Integrata Ambientale). Non sorprende, infatti, che la relazione firmata dell’ing. Maurizio Onofrio del Politecnico di Torino,  il 23 dicembre scorso, pur confermando dati così inquietanti, tenda a scagionare l’Ilva da eventuali responsabilità. In tale relazione, infatti, sono state indicate come cause “altri fattori di contaminazione” tra queste probabilmente “gas di scarico” e, udite udite,  “caldaie industriali” (non di Ilva naturalmente!), oltre “alla combustione della legna”. Altre fonti parlano di alcune auto incendiate al rione Tamburi negli anni scorsi. Oltre al danno la beffa di essere presi in giro?

Oggetto (3) Chiarezza sui dati analitici – 7 pg/mq e non “15-20ng/mq” – situazione ancora più grave

Come ho già specificato, consultando alcuni esperti del settore,  i valori soglia  delle diossine sul suolo sono di 7 pg/mq, mentre i valori di 15-20pg/mq  (attenzione, non “ng, ma “pg” come erroneamente ha scritto qualcuno) sono riferiti alla sommatoria delle diossine, furani e pcb.dioxine like. Il dato di 7 pg/mq, piuttosto  che 15-20 pg/mq è un valore che fa riferimento a limiti di accettabilità su siti industriali (valore di letteratura) ritenuto compatibile con la vita. Non sussistendo nella norma vigente un riferimento di deposimetria, è necessario raffrontare il dato deposimetrico con i valori limite di pcdd/f sul suolo superficiale, considerando i valori limite i valori limiti legge di cui alla tabella 1 colonna b voce 92 (d.lgs 152/06 e smi)  che per il suolo industriale prevede una “soglia” di contaminazione pari a 0,5×10-4 mg kg-1 di suolo secco (per suolo urbano, come Via Orsini il limite è 0,5×10-5 mg Kg-1 di suolo secco) valori che comportano necessariamente interventi di bonifica urgente.

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