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Ilva, Trasteel: “Siamo pronti ma c’è bisogno di 4-5 partner”

“Dare un futuro all’Ilva non significa venderla ad un grande produttore straniero, sempre che ce ne sia qualcuno capace di mettere subito sul piatto il miliardo di euro che serve per farla ripartire: c’e’ bisogno di 4 o 5 operatori che, con il sostegno delle istituzioni, la rimettano sul mercato”. Lo spiega in un’intervista a Radiocor Giuseppe Mannina, presidente di Trasteel, la societa’ italo-svizzera di trading siderurgico che ha presentato una delle 29 manifestazioni di interesse per il gruppo in amministrazione straordinaria.

“Taranto è un grande stabilimento, ha economie di scala che sono le più competitive in Europa e tra le prime al mondo. Ha un valore enorme, non replicabile e da preservare a tutti i costi. L’Ilva l’acciaio lo sa fare, le competenze ci sono, non serve che arrivi un grande produttore”, spiega Mannina, che, prima di fondare nel 2009 la Trasteel insieme ad alcuni altri manager della Duferco, ha lavorato diversi anni proprio all’Ilva. “Quello che serve sono degli operatori, anche esteri, che la facciano funzionare aprendo l’accesso ai mercati internazionali e alle linee di credito. E’ chiaro che non possiamo fare le cose da soli, serve una cordata”, continua Mannina che risulta in buoni rapporti con un altro candidato, la Eusider di Costa Masnaga, in provincia di Lecco.

Nella giornata di ieri sono stati divulgati in via informale i primi nomi relativi alle offerte ammissibili per l’acquisizione del gruppo:  Arcelor Mittal (India); CSN Steel (Brasile); Erp Compliant Fuels (fondo USA); Marcegaglia; Arvedi; Cassa depositi e prestiti; Trasteel; Eusider. Nel pomeriggio era trapelato anche il nome di Amenduni, riportato da diverse agenzie di stampa.

In realtà, il Gruppo Valbruna della famiglia Amenduni-Gresele ha smentito in maniera categorica di aver presentato una manifestazione d’interesse per Ilva. A quanto si apprende da fonti vicine al dossier, a presentarla è stato il gruppo Tecnotubi di Michele Amenduni, cugino degli Amenduni del gruppo Valbruna. Si sarebbe trattato, quindi, di un vero e proprio equivoco. Radiocor ha fatto cenno ad un’ulteriore offerta al vaglio dei commissari che giungerebbe dalla Cina e precisamente da P&C Shenzhen Fund. L’esame dell’ammissibilità dei 29 soggetti che hanno presentato le offerte è in corso anche oggi. Nelle prossime ore dovremmo avere qualche certezza in più.

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