“La legge – scrive Assennato – che sostituisce una precedente norma regionale del 1999 mai operativa per mancanza del regolamento applicativo, già prevedeva una congrua diluizione nel tempo dell’esecuzione degli adempimenti. L’adeguamento operativo alla norma da parte delle aziende interessate (sansifici, depuratori, discariche, impianti di compostaggio, biostabilizzazione dei rifiuti, raffinerie di petrolio etc.) richiede (richiedeva) un arco temporale di circa tre anni, un tempo più che sufficiente per consentire a tutti i gestori di adeguarsi da un punto di vista tecnologico al dettato della norma.
Infatti – continua il direttore generale – il primo atto previsto dalla norma (la richiesta di modifica dell’atto autorizzativo all’autorità competente) era previsto entro un anno dalla pubblicazione della legge (quindi entro il 22 aprile 2016); successivamente, tra fase istruttoria e le varie conferenze di servizi istruttorie e decisorie, certamente si potrebbe prevedere un ulteriore anno. Una volta modificato l’atto autorizzativo, la norma prevede che il gestore abbia un ulteriore anno di tempo per la realizzazione di quanto definito dall’atto autorizzativo: in sintesi, l’iter richiedeva circa tre anni, a partire dall’approvazione della legge.
Naturalmente, a fronte del riscontro di eventuali difficoltà operative di alcuni gestori, si sarebbe potuto allungare l’ultimo periodo, portando a due gli anni utili per poter reallzzare gli adempimenti tecnologici previsti dalla revisione dell’atto autorizzativo. Avere invece deciso di allungare i tempi iniziali, quelli previsti per l’avvio dell’iter procedurale, fornisce al gestore la ragionevole speranza che ulteriori proroghe potranno comunque essere ottenute in futuro e il fondamento normativo per potere ignorare la problematica per un altro anno. Si consideri che le molestie olfattive rappresentano una delle più frequenti cause di proteste dei cittadini ad Arpa Puglia, mediamente pari a 100 denunce per anno, a partire dal 2008».
Ricordiamo, infine, che era stato il tandem targato Pd Michele Mazzarano-Filippo Caracciolo a presentare l’emendamento che ha comportato un vero e proprio assist ai gestori di impianti come Eni.
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