«Azione del Governo intrapresa per disinnescare un ulteriore motivo di conflitto in una situazione già difficile e rimediare alla disparità sorta tra tutti i lavoratori Ilva e quelli dello stabilimento di Genova – continua il sindacalista – per tutti gli altri addetti Ilva in solidarietà, invece, non c’era nulla prima dell’intervento del “Mille proroghe”. Una condizione di inaudita disparità, tant’è che, oltre a rivolgerci ai parlamentari, abbiamo chiamato in causa anche la Regione Puglia per verificare la possibilità di integrare con fondi propri la quota mancante. Taranto ancora una volta non è stata semplice spettatrice, di quello che inizialmente assumeva le sembianze di uno spettacolo discriminante per il territorio».
Continua D’Alò: «Le pressioni sindacali a tutti i livelli istituzionali hanno portato l’auspicata risoluzione che, finalmente, può contribuire a dare una boccata d’ossigeno in più a tutti quei lavoratori che fino al prossimo 2 marzo saranno coinvolti dalla “solidarietà”. I diritti o sono di tutti o sono privilegi e i lavoratori sono tutti uguali. L’intervento del Governo lo accogliamo con soddisfazione, perché rende giustizia a tutti quei lavoratori giudicati di “serie B”, da coloro che si sono spesi affinché si aggiustasse la condizione economica soltanto in un luogo. Sono stati sconfitti coloro che volevano l’integrazione solo in uno stabilimento».
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