La notifica del decreto è stata effettuata a carico dell’ultimo rappresentante legale della “Vergine Srl” che gestiva l’impianto, del direttore tecnico e dell’amministratore dalla società “Alfa Srl”, ritenuti responsabili di aver provocato l’emissione di sostanze odorigene quali il solfuro di idrogeno e biogas, derivanti dai processi di gestione e post-gestione delle vasche di raccolta e trattamento dei rifiuti, atte a cagionare molestia olfattiva e disturbi di vario genere alle persone ed in particolare alla popolazione residente nel vicino centro di Lizzano, situato a soli 3,5 chilometri dall’impianto.
Per la prima volta si è proceduto con un sequestro preventivo quantificato in oltre sei milioni di euro che secondo le indagini svolte dai Carabinieri del Noe rappresenterebbero l’ingiusto profitto conseguito dai gestori della discarica dovuto esclusivamente ai risparmi derivanti dall’esercizio della stessa in maniera non conforme alle autorizzazioni rilasciate che prevedevano operazioni di stabilizzazione e solidificazione dei fanghi e di tutti i rifiuti in ingresso nella struttura. L’assenza di tale trattamento avrebbe determinato la produzione di esalazioni maleodoranti che hanno impattato sull’ambiente e sui territori densamente abitati circostanti alla discarica.
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