Alle ore 18 di domani, si terrà presso l’Hotel Plaza, in via D’Aquino n.46 a Taranto, il secondo appuntamento (biglietto 10€) con la proiezione del film “Family Life” di Ken Loach; info Associazione Hermes: tel 099.4594910, cell. 348.8370371, e-mail pbgestalt@tin.it. La serata, introdotta da Pietro Bonanno, psicoterapeuta della Gestalt, didatta e supervisore, analista transazionale, sarà condotta in sala da Massimiliano Catapano, counsellor professionista in Gestalt ed analisi transazionale.
Nel film “Family life”, la pellicola è del 1971, Ken Loach torna a occuparsi della ipocrita società britannica, caratterizzata da una esagerata rigidità di valori, questa volta presentandoci la storia di una famiglia borghese “dominata” da una madre prevaricatrice che annulla la figura del marito e la personalità di una figlia, un’altra si è “salvata” lasciando la casa anzitempo. Il quadro dell’apparente tranquillità borghese viene sconvolto quando la madre impone alla figlia di abortire, creando così nella giovane un disturbo psicologico che, non assistito adeguatamente in una clinica psichiatrica dove i genitori la ricoverano, degenererà definitivamente nella schizofrenia.
Annunciando l’iniziativa, giunta alla seconda edizione, Pietro Bonanno ha spiegato che «in questo nuovo ciclo di incontri si analizzeranno, per mezzo dello strumento cinematografico, processi e dinamiche evolutive ed involutive, esplorando varie declinazioni specifiche e soggettive di percorsi umani che portano i protagonisti delle vicende narrate alla consapevolezza e alla individuazione del proprio Sé».
«La novità rispetto ai precedenti laboratori cinematografici – ha poi detto Pietro Bonanno – consiste nell’analizzare anche i percorsi involutivi che conducono gli individui alla propria alienazione attraverso un processo disgregativo, alla perdita di contatto con se stessi, con le proprie potenzialità ed esigenze, perdendo in alcuni casi completamente contatto con la propria essenza, arrivando così alla dissoluzione della percezione di sé con effetti deleteri per la loro vicenda esistenziale».
Pietro Bonanno ha poi concluso spiegando che «la visione dei film può essere lo strumento che, grazie al potere di arrivare in profondità senza mediazioni cognitive (come la musica e le altre forme d’arte), è in grado di produrre insight, scosse emozionali, rispecchiamenti e vissuti capaci di metterci in contatto con il nostro Sé più profondo. Il primo passo per il cambiamento è sempre, infatti, la consapevolezza di sé e dei propri processi interni, grazie alla quale possiamo affrontare la vita in maniera positiva, creativa, originale ed autentica».
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