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Circolo “Impastato”: nessuno tocchi la Soprintendenza

Con la riforma del Ministero dei Beni, Attività Culturali e del Turismo, che nella bozza di decreto propone l’accorpamento delle varie competenze di tutela in un’unica Soprintendenza, Taranto potrebbe vedersi strappare la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Puglia che confluirebbe nel nuovo organo ministeriale con sede a Lecce.
Un episodio gravissimo, se si considerano tanto la storia di quest’istituzione quanto il suo valore simbolico sul territorio, così ricco di testimonianze dal sottosuolo, e storico essendo, con oltre un secolo di storia, una delle Soprintendenze più antiche d’Italia. L’atteggiamento del PD, che dagli albori del suo mandato ha fatto di tutto per scardinare l’intera macchina ministeriale al ritmo della parola “riforma”, è inaudito: dopo il depotenziamento delle Soprintendenze con la precedente “riorganizzazione” e la sottomissione delle stesse alle prefetture con la legge Madia, sferra un altro duro colpo alla tutela del patrimonio che, giova ricordarlo, è un principio costituzionale. Di riflesso, anche Taranto viene colpita nel suo cuore, in barba a tutte le dichiarazioni del Ministro Franceschini sulla cultura, sul turismo e sul rilancio della città.
Ma quale cultura se ci togliete anche gli ultimi istituti presenti e operanti sul territorio? E quale tutela del patrimonio? Non può certo bastare l’aver sostituito il vertice del Museo Archeologico a rilanciare la cultura a Taranto. Ma qui si paga lo scotto di un’amministrazione addormentata, totalmente ignara di ciò di cui si parla e priva della necessaria profondità di analisi che permetterebbe di pensare a un futuro per la città e non, semplicemente, a “tirare a campare” attaccati alla poltrona.
D’altra parte, le figuracce non possiamo certo dire che siano dietro l’angolo visto che sono già state consumate con la candidatura a Capitale Italiana della Cultura e le imbarazzanti questioni attorno al suo dossier. Chiediamo chiarezza su cosa sarà del patrimonio bibliotecario, archivistico e archeologico di pertinenza della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Puglia.
Chiediamo con forza una levata di scudi da parte di questa amministrazione contro questo ennesimo colpo alla cultura e alla città da parte del governo Renzi. Chiediamo che si intervenga ufficialmente disapprovando in toto la nuova organizzazione ministeriale e opponendosi a questo annunciato oltraggio alla tutela del patrimonio e, conseguentemente, anche alla storia di questa città.  Dinanzi a scempi del genere non ci sono ancore che tengano a galla una Taranto che rinuncia, passivamente, alla propria cultura e alla propria storia.
Circolo “Peppino Impastato”, Taranto – Partito della Rifondazione Comunista

 

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