“La Commissione Ue poteva aprire già oggi una procedura d’infrazione sugli aiuti di Stato – dice l’eurodeputata – Non vedo alcun bisogno di un’indagine approfondita, le norme sono chiare: non si possono dare soldi pubblici, anche in prestito, per ammodernare gli impianti produttivi, anche quando si tratta di ammodernamenti, per cosi’ dire, di ‘ambientalizzazione’. Evidentemente, Bruxelles ha voluto prendere tempo, tendere una mano a Renzi per non gettare altra benzina sul fuoco delle tensioni con Roma. Ma cosi’ facendo – continua – si rallentano solo le opere di risanamento ambientale della città, sacrificando di fatto il futuro di Taranto e la salute dei tarantini. Ricordo che, a causa dell’Ilva, l’Italia è sotto procedura di di infrazione (e dunque a rischio multa salata) per violazione delle norme su emissioni industriali e ‘chi inquina paga’. L’Ue dovrebbe chiedere e ottenere interventi immediati sotto questo profilo. Interventi di bonifica e di risanamento annunciati in pompa magna da Renzi ma mai attuati. E che adesso – conclude D’Amato – rischiano di slittare a dopo l’estate 2016 e, con ogni probabilità, ben oltre”.
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