«In caso – recita il testo – di successione di imprese nel contratto di appalto con il medesimo committente e per la medesima attività di call center, il rapporto di lavoro continua con l’appaltatore subentrante, secondo le modalità e le condizioni previste dai contratti collettivi nazionali di lavoro applicati e vigenti alla data del trasferimento, stipulati dalle organizzazioni sindacali e datoriali maggiormente rappresentative sul piano nazionale».
Per Di Ceglie e Lumino «è un successo doppiamente importante per il territorio pugliese, dato che la battaglia per i diritti dei lavoratori ha avuto uno snodo fondamentale proprio nel capoluogo ionico come ha evidenziato il sottosegretario Teresa Bellanova nell’ultimo incontro a Taranto. È un risultato ottenuto – hanno aggiunto i sindacalisti – anche grazie alla sinergia che abbiamo voluto e che si è concretizzata nel sostegno del sottosegretario Bellanova e dei parlamentari Ludovico Vico, Cesare Damiano e Luisa Albanella. I lavoratori da oggi possono vantare un diritto in più che permette loro di vivere con maggiore serenità gli eventuali cambianti di committenza: gli acquirenti infatti sono obbligati ad assumere il personale che operava con la precedente stazione appaltante mettendo un limite al ricatto occupazionale che spesso ha tormentato le vite dei lavoratori».
Per Di Ceglie e Lumino, infine, si tratta di un primo fondamentale passo per la regolamentazione di un settore che finora ha permesso di trasformare in lavoratori in veri e propri schiavi: «la situazione – hanno concluso i rappresentati della Slc Cgil – è purtroppo ancora molto delicata, ma questa importante vittoria dimostra che con l’impegno serio a difesa dei lavoratori si possono ottenere grandi risultati ed è per questo che Slc Cgil non solo non abbasserà la guardia, ma continuerà con maggior vigore la lotta perché ciascun lavoratore del call center ottenga condizioni che non ledano in alcun modo la sua dignità umana e professionale».
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