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In caso di mancata risposta, si legge nella lettera, “la Commissione prenderà azioni appropriate nel rispetto della legge comunitaria. La Commissione potrebbe chiedere chiarimenti sul contenuto del programma nazionale. Se il programma non dovesse essere in linea con le richieste della direttiva, la Commissione prenderà in considerazione l’apertura di una procedura d’infrazione”.
“Al di là dei toni burocratici – attacca D’Amato – è chiaro che, dopo la figuraccia sui migranti e sull’Ilva, siamo dinanzi a un nuovo schiaffo in faccia da parte di Bruxelles al governo Renzi. L’Italia rischia una nuova procedura d’infrazione. Ma quello che più mi fa rabbia, da tarantina, è constatare come il governo pensi ancora a tenere in vita un ecomostro come l’Ilva invece di promuovere una reale bonifica del territorio che comprenda il deposito Cemerad di Statte. Ossia – continua – quella vergogna grande 1.140 metri cubi di rifiuti radioattivi”.
D’Amato annuncia anche un nuovo fronte di battaglia sempre sulla questione rifiuti radioattivi: “Presenteremo un’interrogazione alla Commissione europea per chiedere se i costi per la gestione del combustibile esaurito e dei rifiuti radioattivi delle centrali Enel italiane siano conformi alle direttive Ue dal momento che tali costi sono stati fatti ricadere sui cittadini attraverso le bollette elettriche”.
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