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A Taranto la vita e il futuro di un minore valgono meno

Non sorprende il continuo precipitare della Città di Taranto nelle classifiche nazionali della qualità della vita. Lo percepiscono in modo evidente i cittadini che sentono la città sempre più invivibile in ogni suo aspetto, offesi dal degrado complessivo inarrestabile e anche mortificati per l’incapacità dell’Amministrazione comunale di organizzare adeguatamente i servizi di competenza, nonché di esprimere sia pure una sola idea di sviluppo del Territorio.

Intervenendo sull’argomento Carlo Martello, presidente ConfCooperative Taranto, ha sottolineato come «punta di diamante di questo degrado socio-economico è la politica riservata alle comunità educative, gestite dalle cooperative sociali, che ospitano i minori a rischio di devianza allontanati dalle famiglie di appartenenza; per questi minori, assistiti a tempo pieno, il Comune di Taranto corrisponde infatti una retta giornaliera di soli 68,00 euro, determinata nell’anno 2006, ben al di sotto della media nazionale e di quella regionale».

In questi giorni si sta procedendo al rinnovo delle convenzioni con le Cooperative, ma giungono segnali preoccupanti riguardo l’ammontare delle rette che sembra debbano rimanere invariate.

«In nove anni quindi, dal 2006 al 2015, abbiamo visto – continua Carlo Martello – aumentare tutti gli indicatori del costo della vita, mentre le cure che le cooperative sociali dovrebbero riservare a questi minori in situazione di gravissima fragilità, non hanno conosciuto alcun adeguamento economico: perché Taranto è ultima anche in questo?»

I dati raccolti sul territorio nazionale, infatti, hanno permesso di rilevare le rette medie di alcune Regioni italiane: Veneto euro 118,00, Emilia Romagna euro 118,00, Trentino 111,50, Lombardia 107,00, Piemonte euro 105,00, Toscana euro 100,00, Calabria euro 92,00, Campania euro 80,00, Sicilia euro 76,26 e Puglia euro 75,00.

A determinare ancora di più verso il basso la performance negativa della Puglia, dunque, concorre egregiamente Taranto con i suoi 68 euro, ben al di sotto della media regionale.

«Come a dire quindi – conclude Carlo Martello – che i minori non sono tutti uguali rispetto ai bisogni e, soprattutto, che a Taranto la vita e il futuro di un minore vale meno che altrove: sono le rette della vergogna».

E non si confonda ciò che corrisponde il Ministero competente per i minori stranieri, ai quali viene erogato un servizio diversamente impegnativo identificato come SPRAR (Servizio Prima Accoglienza Rifugiati). La Confcooperative Taranto, che lamenta anche un difetto di democrazia di certa politica locale, auspica che l’Assessorato ai Servizi Sociali, davvero in trincea a fronte dell’emergenza sociale della Città, venga adeguatamente sostenuto dall’Amministrazione Stefano e che sia messo in condizioni di assicurare una assistenza dignitosa a questi minori, privi di tutto.

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