“Presentiamo questo esposto – dice D’Amato – in un momento in cui assistiamo all’ennesimo provvedimento d’urgenza di un Governo che ormai non sa più cosa fare se non accelerare la vendita dello stabilimento siderurgico, stanziare un vero e proprio aiuto di Stato da 300 milioni di euro, rimandare gli interventi Aia e addirittura affidare all’acquirente la loro applicazione. Si tratta di una mossa disperata da parte di Renzi e dei suoi consiglieri, i quali hanno perso totalmente di vista l’aspetto sanitario e ambientale di una vicenda drammatica per Taranto. Governo prima incapace e adesso piratesco. A Bruxelles daremo battaglia senza tregua”.
Nell’esposto presentato oggi alla Procura dal Movimento 5 Stelle, si chiama in causa prima di tutto l’Autorità portuale di Taranto, “affinché revochi o dichiari decadute le concessioni demaniali all’Ilva per mancanza del rispetto degli obblighi in concessione, delle norme ambientali e della sicurezza del lavoro, nonché per lo scarso utilizzo degli sporgenti che potrebbero, nell’interesse pubblico, essere destinati ad altro”.
L’esposto continua con i comuni di Taranto e Statte, ai quali viene chiesto se sia stato riscosso o meno il risarcimento dovuto dall’Ilva per la pulizia delle strade tra il 2012 e il 2014, così come imposto dal riesame dell’AIA.
E’ chiamata in causa anche la Prefettura, e ogni altro ente preposto, in ragione della mancata erogazione delle sanzioni all’Ilva previste dalla Legge 231/2012 per il mancato rispetto delle prescrizioni AIA.
“Infine, ma non per questo meno importante – conclude D’Amato – vogliamo sapere chi continua a non fare niente per tutelare la Gravina Leucaspide, un’area protetta a livello comunitario, che attualmente è ancora costretta a subire un vicino di casa come lo stabilimento siderurgico che ne sta determinando la distruzione e il deterioramento”.
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