«L’Ue si fermi, fa ancora in tempo ad evitare un enorme danno per i nostri produttori». Luca Lazzàro, presidente di Confagricoltura Taranto, commenta così le notizie che arrivano da Bruxelles sull’importazione extra di olio d’oliva tunisino.
«E’ assolutamente necessario – spiega Lazzàro – tenere il punto e votare “no”». In Commissione agricoltura si è discusso della proposta proprio ieri 1° dicembre, rinviando però all’11 gennaio 2016 il voto sul parere. Le posizioni del “contingente” italiano a riguardo sono abbastanza trasversali rispetto agli schieramenti politici. L’on. De Castro (Pd) ha chiesto il rigetto della proposta della Commissione, cosi come anche il M5S attraverso un emendamento a firma degli onorevoli Zullo, Moi e D’Amato. Il motivo della contrarietà alla proposta della Commissione è squisitamente di merito, poiché manca uno studio di impatto rispetto ai mercati europei.
Confronto serrato anche in Commissione Commercio internazionale, dove si è svolta una discussione abbastanza accesa in cui le posizioni italiane, favorevoli al rigetto della proposta della Commissione, si sono scontrate con la posizione della relatrice francese Marielle de Sarnez che, al contrario, chiede di accettare totalmente la proposta Juncker. Per quanto riguarda l’Italia, molto netti gli interventi degli onorevoli Cicu (Forza Italia) e Borrelli (M5S); il primo si è dimesso da relatore ombra della proposta, proprio in segno di protesta contro il trattamento rivolto alle regioni del bacino del Mediterraneo. Si è aperto così il termine per la presentazione degli emendamenti (entro il 15 dicembre), mentre il voto è atteso per il 25 gennaio.
«La Commissione – rimarca il presidente di Confagricoltura – stando a quanto trapelato continua ad insistere sul fatto che dal punto di vista dei quantitativi le tonnellate supplementari non inciderebbero e che l’UE ha bisogno dell’olio tunisino. Silenzio invece sul potenziale impatto sui prezzi nei nostri mercati, dove invece a nostro parere le ricadute sarebbero pesanti, soprattutto perché dopo il pessimo 2014 è in arrivo una produzione stimata in 179mila quintali e di ottima qualità. Per questo abbiamo il dovere di denunciare il potenziale danno ai nostri produttori che potrebbe derivare dall’importazione supplementare di olio d’oliva tunisino».
A voler fare una lettura più approfondita delle varie posizioni in campo «sembra che questa operazione – sottolinea Lazzàro – interessi più agli operatori europei di determinati Paesi, che potranno importare a basso costo e riesportare con diversa nazionalità, che agli stessi produttori tunisini. Sarebbe, per ciò stesso, un pericoloso precedente che dobbiamo assolutamente evitare e il cui prezzo sarebbe pagato dai produttori italiani e soprattutto pugliesi. Per questo – conclude Lazzàro – ribadiamo la richiesta di votare “no” ai nostri europarlamentari in difesa dell’olio e degli interessi italiani, troppo spesso messi in secondo piano nello scenario europeo».
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