Questa volta è l’astensione degli avvocati penalisti, proclamata dall’Unione italiana delle Camere Penali, a provocare ritardi sulla tabella di marcia. Il presidente della Corte d’Assise di Taranto, Michele Petrangelo, ha comunque stabilito il calendario delle udienze per il mese di dicembre: si torna in aula il 9 (scelta dovuta per recuperare quella di giorno 8 in quanto festivo), poi il 15 e il 22. «A gennaio – ha aggiunto Petrangelo – è sempre prevista l’udienza del martedì ed eventualmente prevediamo e disporremo una nuova udienza il mercoledì».
La Scuola volontari dell’Aeronautica militare di Taranto che ospita da oggi il maxi-processo “Ambiente Svenduto” è presidiata da uomini della Digos, dagli agenti di polizia, guardia di finanza, carabinieri e uomini della municipale. Rigidi controlli all’accesso della struttura e metal detector anche agli ingressi dell’aula. Tutto però si è svolto senza particolari disagi, anche grazie ad una organizzazione che non ha lasciato nulla al caso. Ampie le zone riservate ai giornalisti e al pubblico, decisamente più adeguata quella dedicata a imputati e parti civili visto il numero elevato di avvocati presenti. All’esterno della Saram non erano presenti cittadini e movimenti per questo storico processo per la città di Taranto.
Dopo l’appello degli imputati (44 persone fisiche tra vertici Ilva, politici, imprenditori e funzionari ministeriali e regionali e 3 società) e di un migliaio di parti civili, ai quali se ne sono aggiunte altre due, il presidente Petrangelo ha dichiarato chiusa «l’udienza di astensione». «Segnalo – ha concluso – che nella prossima udienza tratteremo le questioni che riguardano la costituzione delle parti civili che si preannunciano molto complicate: le valuteremo sia dal punto di vista sostanziale che della tempistica».
Tutto rinviato al 9 dicembre, dunque. Tra i reati contestati in “Ambiente Svenduto” c’è l’avvelenamento delle acque e di sostanze alimentari, ma anche accuse che vanno dall’associazione per delinquere finalizzata al disastro ambientale, al getto pericoloso di cose, dall’omissione di cautele sui luoghi di lavoro che avrebbero causato, tra gli altri, la morte di due operai, alla concussione, oltre a falsa testimonianza e favoreggiamento.
Nicola Sammali
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