Si fa riferimento, quindi, al progetto del governo Renzi di usare per l’impresa commissariata circa 1,2 miliardi di euro della famiglia Riva. Via irta di ostacoli: “Il Tribunale di Milano può sequestrare quei fondi solo per reati fiscali degli ex azionisti Ilva non perché la famiglia li avrebbe sottratti all’impresa; dunque si tratta di risorse dello Stato che non possono essere reinvestite nel gruppo”.
A Bruxelles, però, evidenziano anche un altro problema: il Governo italiano si sta facendo carico dei costi di risanamento ambientale (500 milioni per ora, 1,8 miliardi in totale) che spetterebbero all’Ilva”. Secondo il Corriere “non sfugge agli altri gruppi dell’acciaio che l’eccesso di produzione in Europa corrisponde esattamente alle quantità messe sul mercato dell’Ilva (con forti perdite). Da Arcelor-Mittal a Eurofer, i concorrenti stanno mettendo la Commissione Ue sotto pressione perché fermi Taranto. Né è escluso che Bruxelles ingiunga all’Italia di sospendere immediatamente l’aiuto: significherebbe chiudere da subito un impianto che dà lavoro a 12 mila persone più oltre ottomila dell’indotto di una delle aree più impoverite d’Europa”. Per ora, comunque, il Governo sarebbe in tempo per negoziare un compromesso, ma sia Roma che Bruxelles ammettono che la vicenda è stata gestita male.
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