«Nell’ambito della disciplina fallimentare attualmente in vigore, la verifica dei crediti – precisa l’azienda all’agenzia Ansa – deve essere svolta consentendo un pieno contraddittorio non solo tra il singolo creditore e l’organo commissariale ma altresì tra gli stessi creditori della procedura. Ciò significa che ciascun creditore, al fine di potere esercitare i propri diritti – aggiunge l’Ilva – deve essere messo nelle condizioni di prendere visione delle insinuazioni allo stato passivo formulate dagli altri creditori e dei documenti ad esse allegati, solo così configurandosi quel contraddittorio incrociato voluto dal legislatore. Tale obbligo è sancito dall’art. 95, II comma, legge fallimentare».
Nel documento dei sindacati, circolato ieri su Facebook, emerge il sospetto che la procedura utilizzata possa essere lesiva della privacy dei soggetti interessati in quando gli stessi, in possesso delle credenziali di accesso sulla propria posizione, hanno la possibilità di visualizzare e consultare la documentazione personale (CU2015, documento di riconoscimento e persino cedolini paga) di ogni dipendente. Qualche lavoratore aveva già annunciato la possibilità di ricorrere ad una querela per violazione della privacy. Vedremo come si evolverà la vicenda.
Alessandra Congedo
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