Una questione salta subito agli occhi è relativa alla fascia di età maggiormente interessata dagli infortuni, rappresentata dai lavoratori tra i 20 ed i 29 anni seguiti subito dalla fascia 40-49. Ciò non può essere spiegato dalla “inesperienza lavorativa” perché, come la stessa INAIL ammette, gli infortuni sono accorsi nella stragrande maggioranza dei casi a chi ha una esperienza lavorativa superiore a 3 anni. Come si spiega? Forse perché i ragazzi assunti da più di tre anni a questa parte accettano i rischi che altri non vogliono accettare per non rischiare il posto di lavoro?
Ciò che mancano, però, sono altri dati. Per esempio quelli che non ricorrono all’infermeria dello stabilimento e vanno a farsi medicare fuori, magari non dicendo che si sono infortunati all’ILVA, così come mancano i dati di chi, anche per ottenere un premio a fine mese, preferisce non dichiarare un infortunio. Si piange un’altra vittima, intanto. Un uomo di 49 anni,modi una ditta dell’appalto, in circostanze da chiarire e sulle quali auspichiamo una verifica celere, ricordando che il sequestro dell’area è’ stato possibile solo perché la stessa non è necessaria alla produzione. Altrimenti, grazie all’ottavo decreto del Giverno, per la magistratura sarebbe stato anche impossibile sigillare quei metri quadrati di morte!
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