Tra i creditori che hanno presentato le domande di insinuazione al passivo, per ottenere il pagamento dei debiti nei loro confronti, ci sarebbero anche migliaia di dipendenti dell’Ilva di Taranto (oltre a fornitori, professionisti e istituti di credito), finita in amministrazione straordinaria dopo aver accumulato un ‘rossò di circa 2,9 miliardi. La «verifica dei crediti», spiega il Tribunale di Milano, inizierà quindi il prossimo 27 novembre, data della maxi-adunanza dei creditori in un procedimento che per mole di istanze potrebbe superare quello del crac Parmalat. I commissari «sono stati autorizzati a depositare il progetto di stato passivo relativo alle restanti domande», oltre alle 11.337 già ritenute ammissibili, «nel corso della verifica crediti già avviata e comunque non oltre il 31 marzo 2016».
«Tutti i creditori di Ilva – si legge nella nota – stanno ricevendo la comunicazione da parte dei commissari straordinari dell’avvenuto deposito del progetto di stato passivo e sono stati informati circa lo sviluppo temporale delle attività di verifica. Analoga comunicazione sarà inviata dai commissari straordinari ad esito del deposito degli ulteriori progetti di stato passivo». Dopo il 27 novembre le udienze si celebreranno «con cadenza settimanale» (il calendario è pubblicato sul sito www.gruppoilvainas.it) e davanti all’aula, al primo piano del Palazzo di giustizia, «sarà organizzato un servizio di registrazione dei creditori e dei difensori» presenti. «Per quanto concerne le controllate italiane di Ilva Spa – si legge nella nota del Tribunale – nel termine previsto per la trasmissione in via tempestiva delle domande di insinuazione al passivo sono pervenute complessivamente 2.207 domande». La verifica dei crediti delle controllate italiane inizierà il prossimo 4 dicembre. Per quanto riguarda le controllate estere, precisa il Tribunale, il termine per la presentazione delle istanze di insinuazione al passivo non è ancora scaduto. (ANSA)
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