«Nel corso degli ultimi due mesi – si legge in una nota – l’industria siderurgica britannica ha perso 5.000 posti di lavoro, con conseguenze devastanti per l’economia e la dimensione sociale delle comunità locali coinvolte. A ciò si aggiungono gli 80.000 posti di lavoro persi nel settore in Europa dopo la crisi finanziaria iniziata nel 2008. Equivalgono a una riduzione di capacità produttiva pari 50 milioni di tonnellate di acciaio in meno di 7 anni, che rappresenta un quarto dell’industria siderurgica europea».
Inoltre, si spiega che “la Cina, con capacità produttive in eccesso pari a due volte la dimensione della domanda di acciaio totale dell’Unione Europea, sta giocando un ruolo centrale. Sovvenziona ingiustamente la sua industria siderurgica, attua una politica di dumping vendendo i suoi prodotti in eccesso a prezzi di sotto a quelli di mercato, manipola la propria valuta per ridurre il costo delle sue esportazioni. Questo non può continuare. I ministri europei devono agire prima che sia troppo tardi”, ha dichiarato Bart Samyn, Segretario Generale aggiunto di IndustriAll Europe.
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