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Ilva, il confronto su salute e lavoro nel convegno promosso da Rifondazione Comunista

TARANTO – Parlare di Ilva, oggi, è come muoversi su una scacchiera. Occorre prestare molta attenzione a chi muove le pedine mentre sono in gioco interessi molto più “alti” di quelli percepiti dai cittadini comuni. E’ evidente, ad esempio, il fuoco di fila nei confronti degli attuali Commissari straordinari, rei di non saper gestire al meglio il Siderurgico e di non aver impresso la svolta auspicata. Il fronte che li considera “incompetenti” vede allineati dalla stessa parte il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, Confindustria e Federacciai, questi ultimi da sempre fautori di un ritorno ai privati dello stabilimento.

Tra coloro che vedono col fumo negli occhi tale epilogo c’è Rosario Rappa, segretario nazionale della Fiom, tra i relatori del convegno “Ilva. Salute e Lavoro: una sfida da vincere”, promosso all’hotel Plaza da Rifondazione Comunista. «Adesso siamo ad un punto delicato – spiega a margine del convegno – si è aperta una canea sull’ipotesi di ingresso dei privati nella Newco. Noi siamo per il mantenimento dell’impostazione originaria di una Newco pubblica che punti al rilancio e all’ambientalizzazione del Siderurgico. Non vorremo che si facesse un’operazione di risanamento coi soldi pubblici per poi dare l’Ilva ai privati a quattro soldi».

Presente anche Eleonora Forenza, Europarlamentare GUE/NGL, che commenta così la mancata visita della commissione “Ambiente” del Parlamento europeo, prevista in questi giorni all’Ilva e rinviata a data da destinarsi per la defezione di alcuni componenti: «Io sono tra i parlamentari che hanno fortemente voluto la visita della commissione – spiega – il rinvio è dovuto al fatto che alcuni europarlamentari, soprattutto non italiani, erano venuti meno. Per fare un’ispezione della Commissione non possono esserci solo commissari dello Stato membro. Ora, quello che bisogna fare è tenere alta l’attenzione sulla Presidenza della Commissione affinché tale ispezione abbia effettivamente luogo. E’ necessaria perché la situazione di Taranto ci dice che sono in gioco il diritto alla salute e il diritto al lavoro. Abbiamo avuto modo di segnalare al Parlamento europeo – attraverso una risoluzione sull’acciaio –  che l’Europa ha la necessità di un Piano strategico sulla produzione siderurgica». Non è mancata una stoccata contro il Movimento Cinque Stelle: «Chi sostiene che l’unica soluzione possibile sia la chiusura dell’Ilva, dovrebbe anche porsi la domanda: dove e come si produce acciaio? E’ evidente che la produzione di acciaio è un elemento necessario. Ci sono esperienze in Europa, in particolare in Germania, dove la produzione di acciaio è stata resa compatibile con condizioni ambientali a basso impatto per la salute dei cittadini».

Il convegno è stato  introdotto dal ricercatore Salvatore Romeo, che ha ripercorso le varie tappe che hanno segnato la storia dell’Ilva a partire dagli anni Sessanta. Dalla sua relazione è emersa la necessità di elaborare rimedi di ampio respiro per uscire dall’attuale emergenza. Tra gli obiettivi indicati la piena realizzazione di un piano di risanamento ambientale, il rilancio – su nuove basi – della produzione, la salvaguardia dei posti di lavoro. “E’ necessario che Ilva abbia un assetto stabile – ha detto Romeo – occorre un quadro proprietario certo e la Cassa Depositi e Prestiti può essere lo strumento; oppure, il Governo deve intervenire direttamente nazionalizzando l’azienda». Ed è proprio la via della nazionalizzazione quella auspicata da Rifondazione Comunista. Al convegno hanno preso parte anche il direttore di Arpa Puglia, Giorgio Assennato, il presidente di Legambiente Taranto, Lunetta Franco, l’ingegner Biagio De Marzo, il medico Isde Agostino Di Ciaula, e l’economista di “Sbilanciamoci” Vincenzo Comito. (A. Cong)

 

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