Gnudi ha anche ammesso di non aver ben compreso il motivo per cui si è arenata la trattativa sulla prima tranche (ne resta ancora un’altra da assegnare): “Tap ci ha fornito delle motivazioni che non ci hanno convinto. Poi, ognuno a casa sua è padrone di fare quello che vuole”. Tap si sarebbe impuntata su alcune specifiche tecniche che l’Ilva non sarebbe stata in grado di rispettare. «E’ strano che siano stati ritenuti idonei stabilimenti che non avevano la preparazione, la tradizione e la validità dell’Ilva. A noi è dispiaciuto parecchio anche se la commessa rappresentava solo una piccola percentuale rispetto al nostro fatturato». Per Gnudi si trattava soprattutto di una commessa dal grande valore simbolico per cui “il Governo si è speso tanto per mesi pur di superare tutte le difficoltà”. Il Commissario straordinario dell’Ilva ha scartato, comunque, l’ipotesi che Tap abbia voluto vendicarsi con l’Italia per la contrarietà che il territorio pugliese ha riservato al progetto del gasdotto. «Avranno pesato convenienze economiche», ha detto.
Alessandra Congedo
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