A quattro mesi dalla scadenza del suo mandato come direttore generale di Arpa Puglia, Assennato è più che mai determinato a togliersi qualche sassolino dalla scarpa parlando “da cittadino”. Quando accenna a poteri dello Stato in contrapposizione tra loro “sulla pelle dei cittadini” si riferisce ovviamente al potere politico e a quello giudiziario.
«La vicenda di Taranto – ha esordito – è un caso paradigmatico del suicidio della democrazia rappresentativa italiana perché la comunità non è riuscita ad esprimere una posizione efficace e, alla fine, il conflitto è tra poteri forti dello Stato. La comunità non centra niente, può solo fare il tifo a favore o contro qualcuno. Entrambi sono poteri non democratici perché c’è un premier che non è stato eletto da nessuno e ci sono altri che hanno superato un concorso, svolgono una funzione, ma non sono rappresentativi dei cittadini».
A margine del convegno, Assennato si è soffermato anche sulla relazione Ispra, in fase di validazione da parte del ministero dell’Ambiente, sul rispetto delle prescrizioni Aia da parte dell’Ilva. La settimana scorsa, il sen. Tomaselli (Pd) aveva dato per scontato il rispetto del 91% delle prescrizioni, una percentuale addirittura più alta di quella richiesta per luglio 2015 (80%). «Io non so assolutamente nulla – ha detto – questa è una partita tra Ispra e ministero. Immagino che il ministero adotterà un provvedimento di riconoscimento dell’80%, ma questo non cambia assolutamente le carte in tavola. Il problema resta oscuro. Finché non inizieranno i lavori di copertura del parco minerali non si potrà sapere se esiste una volontà seria di piano industriale o se viceversa si tratta di una moina per prendere tempo ed evitare conseguenze drammatiche».
E se non venisse rispettata neanche la scadenza di agosto 2016 per effettuare la copertura dei parchi minerali? «Un’eventuale proroga sarebbe devastante – risponde Assennato – le cose potrebbero non restare così come sono. Per questo motivo è importantissimo vedere quali passi farà l’Ilva nei prossimi giorni e nelle prossime settimane per avviare la copertura». L’attuale andamento (lento) dell’iter non lascia intravedere un avvio rapido dei lavori. Per rispettare i termini previsti – secondo Assennato – sarebbero necessari “ritmi coreani”. E la sua ha tutta l’aria di una battuta.
Alessandra Congedo
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