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Taranto Respira chiede maggiore chiarezza sulle aree SIN

Il Ministero dell’Ambiente, in data 8 ottobre 2015, diramava un comunicato stampa in cui dichiarava restituiti alla pubblica utilità 330 ettari di territorio tarantino che così venivano “liberati dal SIN. Ancora, a quanto ci risulta, Il Ministero, malgrado precise richieste da parte di più soggetti, non ha fornito i dati circa le analisi effettuate in queste aree bonificate e neanche la loro precisa ubicazione. Ricordiamo che una vasta area del territorio tarantino è stata dichiarata SIN, oltre 40 Km quadrati di terre e più di 70 Km quadrati di mare, tra cui tutto il bacino del Mar Piccolo. Cosa è un SIN?  La legislazione italiana riconosce quali Siti d’interesse  Nazionale (SIN) quelle aree in cui l’inquinamento di suolo, sottosuolo, acque superficiali e sotterranee è talmente esteso e grave da costituire un serio pericolo per la salute pubblica. In Italia sono stati riconosciuti 57 SIN che comprendono 1800 Km quadrati di aree marine, lagunari e lacustri e 5500 Km quadrati di aree terrestri, suddivise tra 300 comuni. 

Come si legge dal PIANO TERRITORIALE DEL COMUNE DI TARANTO PER LA PALUDE LA VELA

“Le criticità ambientali sono determinate dalla presenza di industrie siderurgiche, petrolifere e cementiere, che rappresentano le principali fonti di inquinamento per il suolo, il sottosuolo e per le acque di falda, nonché per i sedimenti marini.

Come indicato dalla Conferenza dei Servizi Istruttoria del 13/12/2010 svolta presso il Ministero dell’Ambiente, l’inquinamento prevalente per le diverse matrici ambientali è rappresentato dalla presenza dei parametri di seguito riportati.

  • Suolo e sottosuolo → Antimonio, Arsenico, Berillio, Cadmio, Cobalto, Cromo totale, Cromo esavalente, Mercurio, Piombo, Nichel, Zinco, Cianuri, Rame, Vanadio, Idrocarburi C<12 e C>12, IPA singoli e totali, Benzene, Xilene. Gli inquinanti maggiormente presenti sono gli IPA (circa il 60% dei superamenti riscontrati) e metalli pesanti.
  • Acque sotterranee → Arsenico, Selenio, Alluminio, Ferro, Manganese, Nichel, Piombo Cianuri, Cobalto, Cromo totale, Cromo esavalente, Solfati, Nitriti, BTEX, alifatici clorurati cancerogeni e non cancerogeni, IPA singoli e totali, Idrocarburi tot, MTBE. Inoltre, si segnala la presenza di concentrazioni significative di Coliformi fecali.
  • Sedimenti marini → Arsenico, Nichel, Piombo, Cromo totale, Rame, Mercurio, Zinco, IPA totali, PCB.”

    Se analizziamo poi la mappa delle zone del territorio tarantino incluse nel SIN, possiamo facilmente notare che esse circondano la città che risulta quindi trovarsi al centro di un’area notevolmente inquinata. Verrebbe da chiedersi se forse, l’intera città, se non fosse abitata, non sarebbe inclusa essa stessa tra le zone da bonificare, così come già avviene per alcune aree del quartiere Tamburi.

    È evidente che il rischio sanitario in un territorio così inquinato non può che essere alto e poco cambia se la città rientra o meno nella zona circoscritta dal SIN.

    Pretenderemmo perciò di conoscere nei dettagli la caratterizzazione del suolo e delle acque dei siti dichiarati SIN e di quelli dichiarati non a rischio ed in particolare le concentrazioni degli inquinanti maggiormente presenti, anche qualora tali concentrazioni fossero al di sotto dei limiti di legge, ma tali comunque da rappresentare un rischio per la salute dei cittadini e per la contaminazione dei cibi.

    Il Sindaco di Taranto, il Presidente della Provincia dovrebbero dedicare estrema attenzione a tale problematica che risulta essere fondamentale per le future politiche territoriali.

    Giuseppe Aralla

    Vittoria Orlando

    Taranto Respira

admin

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