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Ilva, custodi: “Riavvio Afo 1 non autorizzato rispetto ad Aia”

TARANTO – I custodi giudiziari degli impianti dell’area a caldo dell’Ilva hanno informato il giudice per l’esecuzione del sequestro preventivo, Patrizia Todisco, il procuratore di Taranto, Franco Sebastio, l’azienda e gli enti di controllo che «le attività di avviamento dell’altoforno 1 non risultano attualmente autorizzate dall’autorità competente» in relazione alle prescrizioni Aia. Il riavvio dell’impianto, fermo dal dicembre 2012, è fissato per domani con le operazioni preliminari. Nel verbale dei custodi si precisa che «nella ispezione di fine luglio, il Gruppo ispettivo Arpa-Ispra ha osservato che ‘le pannellature in materiale flessibile, se non correttamente riposizionate a seguito della loro apertura, voluta o accidentale, non garantiscono la completa chiusura dell’edifìcio; quest’ultimo aspetto riveste particolare criticità per quelle aperture prospicienti, all’interno dell’edifìcio, a nastri trasportatori di materiale pulverulento non chiusi ed non in depressione».

A tal proposito, Ilva – aggiungono i custodi – «dichiara di voler adottare immediatamente una specifica procedura di monitoraggio per il corretto posizionamento delle cosiddette bandelle e verificherà la possibilità di rendere le stesse più stabili, dandone comunicazione ad Ispra e Arpa Puglia». L’azienda ha risposto ieri a una prima comunicazione dei custodi inviata tramite Pec con una nota a firma del direttore operation, Antonio Gambuzza, corredata da relazione sul riavviamento di Afo1, procedura di avviamento, rischi e contromisure, analisi dei rischi e procedura di avviamento. Dalla lettura del verbale, fanno rilevare i custodi Barbara Valenzano, Emanuela Laterza e Claudio Lofrumento, «emerge che il Gruppo ispettivo ha formulato specifiche osservazioni ed ha chiesto la documentazione necessaria al fine di attestare l’effettivo completamento degli interventi». Allo stato «le attività di avviamento dell’altoforno 1 – scrivono i custodi nelle conclusioni – non risultano attualmente autorizzate dall’autorità Competente, così come disposto dalla prescrizione 16.a) della Parte II del Dpcm 14/03/2015». (ANSA)

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