“Abbiamo raggiunto l’obiettivo che da sempre abbiamo auspicato – ha spiegato Lumino – e cioè il rinnovo di quell’accordo che era uno dei punti posti da sempre dall’azienda come dirimente per poter rimanere in piedi e l’utilizzo del contratto di solidarietà, con percentuale massima mensile per 12 mesi per tutti i lavoratori in modo tale da arginare gli eventuali ‘abusi’. Ogni singola ora di lavoro sarà pagata al 70% e i lavoratori potranno usufruire anche di timbratura in postazione, ma soprattutto sarà l’azienda ad anticipare la solidarietà. Un risultato assolutamente inimmaginabile all’inizio della vertenza vista la durezza posta dall’azienda nelle richieste (proroga accordo demansionamento del 2013, riduzioni a 20/24 h e ricatti su questioni extracontrattuali) ed i toni particolarmente accesi degli ultimi mesi, concretizzatisi in tutte quelle iniziative aziendali, come quella delle bandierine, che hanno esasperato un clima pesantissimo.
Abbiamo tenuto fede al mandato dei lavoratori e adesso avremo modo di concertare le misure per organizzare il lavoro in modo sostenibile per i dipendenti e provare ad uscire quanto prima dalla solidarietà che resta a nostro avviso un mezzo importante esclusivamente per superare il momento senza accettare i ricatti aziendali. Non possiamo non evidenziare il grande impegno di Teresa Bellanova e dell’intero Governo che inoltre ha certificato la necessità di rivedere il sistema delle regole per l’affidamento delle commesse come il massimo ribasso o le clausole sociali.
È stata una battaglia vinta – ha concluso Lumino – dalla caparbietà dei lavoratori e del sindacato contro un sistema ostile ai diritti dei lavoratori, in un contesto che talvolta non ha capito e sostenuto le nostre ragioni. Siamo soddisfatti perché non abbiamo ceduto al ricatto occupazionale a cui eravamo stati sottoposti ed abbiamo difeso la dignità dei lavoratori di TP: in un momento delicato come quello che stiamo vivendo a Taranto, con i continui allarmi sociali, finalmente possiamo dare una buona notizia. La vertenza non è chiusa: abbiamo vinto una battaglia e adesso dobbiamo provare a vincere la guerra senza arretrare di un solo passo e, ancora una volta, senza cedere a deroghe e ricatti”.
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