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Comune di Taranto: sulla Tari ritirata spagnola

TARANTO – E’ saltata nella seduta consiliare di ieri mattina, l’approvazione della delibera di Giunta con le nuove tariffe della Tassa dei Rifiuti (TARI). Delibera che in realtà pare tale non fosse, ma soltanto una bozza ancora da discutere approfonditamente, secondo quanto dichiarato dal Sindaco Stefàno attraverso una nota diramata nella serata di lunedì. Ciò non ha impedito ad un’ampia delegazione di commercianti ed artigiani (rappresentanti di Casartigiani, Claai Taranto e Confcommercio), di presentarsi ieri mattina a Palazzo di Città per partecipare ai lavori del Consiglio comunale per esprimere con forza il proprio dissenso a tale operazione. Un pressing che ha portato i suoi frutti, visto e considerato che l’amministrazione ha deciso di rinviare l’approvazione della delibera alla prossima riunione consiliare, in programma il prossimo 30 luglio.

Nel pomeriggio di ieri il Sindaco, i capigruppo e i dirigenti si sono incontrati per rivedere le cifre presenti nella delibera in questione, ipotizzando una nuova rimodulazione finalizzata a contenere gli aumenti inizialmente proposti. Questa mattina invece, alle 10.30 la Commissione Bilancio incontrerà le delegazioni delle categorie dei commercianti, secondo le quali sono ampi i margini affinché gli aumenti non sforino oltre un limite accettabile, cioè   in linea con le tariffe proposte nelle altre città. Nella proposta iniziale depositata al Consiglio Comunale, gli aumenti erano previsti per circa 85.000 contribuenti tarantini (di cui circa 10.000 attività produttive o commerciali). Complessivamente il costo del servizio aumentava dai 43 milioni di euro del 2014 ai 50 previsti per il 2015. A cui però andava aggiunta l’addizionale provinciale pari al 3%. In pratica 7 milioni di euro in più che corrisponde ad un aumento complessivo della tassazione di poco meno del 17%.

Le risorse servirebbero a pagare il costo dell’azienda comunale AMIU (per i servizi legati ai rifiuti) ed il costo dello smaltimento rifiuti in una discarica privata (calcolata in oltre 11 milioni di euro). Oltre a tenere conto del fatto che il Comune ha dovuto stanziare di recente – extra TARI – circa 20 milioni di euro per coprire le perdite della partecipata del Comune che si occupa di igiene urbana. Una manovra di ricapitalizzazione che come risaputo è stata stigmatizzata di recente dalla Corte dei Conti. Per non parlare di come la raccolta differenziata sia ancora un’utopia per gran parte della città.

Tornando agli aumenti previsti dalla bozza/delibera, per le utenze domestiche l’aumento delle tariffe è previsto intorno al 3% (sino al 20,5% per le famiglie più numerose), per alcune categorie la tariffa si riduce del 30% (per gli uffici), per altre invece si arriva anche ad aumenti record del 300% (ristoranti, pizzerie, etc.). Con un saldo complessivo in aumento, per le categorie commerciali e produttive, del 26%. E’ chiaro che un’operazione del genere è assolutamente improponibile per uno dei pochi settori economici della città che prova ancora a sopravvivere. Il tutto, peraltro, avvenuto senza un reale confronto con le associazioni di categoria e continuando a non avere un assessore al Bilancio (visto che la delega continua ad averla il primo cittadino). La serietà continua a non albergare presso Palazzo di Città.

Gianmario Leone (TarantoOggi)

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